Bankitalia: “Senza lavoro al 10%”
I conti dell'”Azienda Italia” vanno male: il 2009 si dovrebbe chiudere con un deficit al 5,3%, dal 2,7% del 2008, e con un debito pubblico
al 115,1%, in aumento di circa 10 punti percentuali. E le prospettive
future non sono così rosee: la ripresa sarà debole, con un Pil a +0,7% nel 2010 e +1% nel 2011. E’ quanto prevede la Banca d’Italia nel suo Bollettino economico.
Ma
a preoccupare di più i tecnici di Palazzo Koch è il fronte del
lavoro. A loro avviso se ai disoccupati si aggiungono le persone
in cassa integrazione e coloro che hanno smesso di cercare attivamente
un impiego, nel secondo semestre 2009 la quota di forza lavoro
inutilizzata era “superiore al 10%”, quasi 3 punti percentuali in più
del tasso di disoccupazione ufficiale arrivando a un totale di circa
2,6 milioni di persone.
Il tasso di disoccupazione nel terzo
trimestre era infatti al 7,3%, in aumento di oltre un punto rispetto al
6,1% della media dei tre mesi precedenti.
Nel 2009 boom di cassa integrazione
Nel
2009 le ore di cassa integrazione hanno quasi raggiunto quota 1
miliardo, ed era almeno dal 1970 che non si arrivava a livelli così
elevati. In particolare, per Bankitalia l’anno scorso “sono state
autorizzate 918 milioni di ore di Cig, il valore più elevato
dall’inizio della serie nel 1970, il 12,5% in più rispetto al
precedente massimo (raggiunto nel 1984) e l’81,6% in più rispetto alla
media del periodo 1992-93”.
Nell’industria in senso stretto,
aggiunge Via Nazionale, “l’incidenza degli occupati equivalenti in Cig
sul totale è aumentata dell’1,2% nel quarto trimestre rispetto al
terzo, un aumento nettamente più contenuto rispetto a quello
verificatosi tre mesi prima (75,2%). Il dato medio è il risultato di
una diminuzione della componente ordinaria (-7,7%) e di un aumento di
quella straordinaria (29%), riservata alle imprese in maggiori
difficoltà”.
Consumi ai minimi e redditi in calo
A
fronte di questi dati sul lavoro le famiglie italiane sono sempre più
restie a spendere. E così i consumi rimangono a livelli minimi. “Nel
terzo trimestre del 2009 sono aumentati dello 0,4% in termini
congiunturali, dopo avere pressoché ristagnato nel periodo precedente.
“L’incremento
è stato sostenuto per larga parte dagli acquisti di beni durevoli
(2,7%), favoriti dagli incentivi fiscali al rinnovo del parco di
autovetture circolanti, nonché da quelli dei prodotti semidurevoli
(3,5%). La crescita della spesa in servizi è stata assai contenuta
(0,4%), mentre si è accentuato il calo dei consumi di beni non durevoli
(-1,2%; -3,1 in termini tendenziali), aggravando la tendenza flettente
in atto da circa un triennio.
Nel complesso dei primi nove mesi
del 2009 gli acquisti delle famiglie sono diminuiti del 2,1% rispetto
al corrispondente periodo del 2008, continuando a subire il freno del
reddito disponibile reale che, nello stesso intervallo temporale, e’
stimabile in calo per più dell’1,5%”.
In presenza di “una
dinamica pressoché nulla del deflatore dei consumi, la riduzione del
potere d’acquisto delle famiglie ha riflesso la contrazione del reddito
nominale, cui ha contribuito in particolare la flessione sia del
complesso dei redditi da lavoro, dovuta al netto calo del numero di
occupati, sia di quelli da capitale, per larga parte riconducibile alla
forte diminuzione dei dividendi e utili distribuiti dalle imprese”.
Crescita lenta e prospettive incerte
I
conti dell’azienda Italia sono peggiorati, ma meno che negli altri
Paesi dell’Euro. Secondo Bankitalia, il “2009 si dovrebbe chiudere con
un deficit al 5,3%, dal 2,7% del 2008. L’aumento del disavanzo, però, è
significativamente inferiore a quello atteso per l’area dell’euro.
L’incidenza del debito pubblico sul prodotto crescerebbe di circa dieci
punti”.
Secondo le rilevazioni di via Nazionale “gli effetti sul
disavanzo pubblico del peggioramento del quadro congiunturale sono
stati attenuati dalla flessione della spesa per interessi. Gli
interventi volti a ridurre i costi sociali della crisi e a sostenere la
domanda, complessivamente stimati nell’ordine di un punto percentuale
del prodotto, hanno trovato copertura in riduzioni di precedenti
stanziamenti e con l’introduzione di imposte sostitutive una tantum”.
Numeri
alla mano, “per il 2010 e il 2011 si profila una ripresa debole”, con
una crescita del prodotto interno lordo in Italia stimata allo 0,7% per
quest’anno e all’1% per il prossimo.
Sacconi: questi dati non sono scientifici
Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, bacchetta la Banca d’Italia dopo i dati diffusi sulla disoccupazione (oltre il 10%). “Sommare i disoccupati veri e propri con i cassintegrati e addirittura con i cosiddetti ‘scoraggiati’ – sottolinea Sacconi – è un’operazione scientificamente scorretta e senza confronto con gli altri Paesi dove ci si attiene all’autorità statistica”.