Baratto amministrativo, ovvero pagare le tasse attraverso prestazioni di lavoro. Ma si può?
L’ultimo Comune ad aderire in ordine di tempo potrebbe essere quello di Formia, dove il Movimento 5 Stelle ha già depositato l’istanza sulla introduzione del cosiddetto Baratto Amministrativo, che sarà discusso a breve in consiglio comunale.
Ma come funziona questo strumento amministrativo, che sembra aver già dato buoni risultati in diversi piccoli Comuni, soprattutto al nord? In pratica si tratta di applicare una legge dello Stato, la numero 164 del 2014 che dispone “Misure di agevolazione della partecipazione delle
comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio”, e
prevede la possibilità di deliberare riduzioni o esenzioni di tributi a favore
di cittadini singoli o associati, a fronte di interventi per la
riqualificazione del territorio.
Gli interventi richiesti al cittadino possono essere ad esempio “la pulizia, la manutenzione,
l’abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano,
di recupero e riuso, con finalità di interesse generale, di aree e beni
immobili inutilizzati e in genere la valorizzazione di una limitata zona del
territorio urbano o extraurbano”. Si parla anche di assistenza alle scolaresche, vigilanza dei parchi e piccoli lavori di manutenzione. Il tutto contribuirebbe a rafforzare anche il senso civico della comunità.
Unico punto debole della norma è la quantificazione del valore-lavoro rispetto al debito del contribuente col fisco. “Non vorremmo – osserva in proposito il presidente di NOI CONSUMATORI, avvocato Angelo Pisani – che in mancanza di parametri omogenei il contribuente tartassato dovesse ricevere anche il danno di svolgere attività lavorative non retribuite in maniera congrua ed imparziale. Senza contare il fatto che questo sistema spunta le armi della difesa, invogliando i cittadini ad abbandonare le legittime azioni legali di opposizione quando, come accade purtroppo ogni giorno, si tratta di tributi ingiusti che andrebbero contestati».
«Per questo – conclude Pisani – il baratto amministrativo può essere una valida alternativa, ma solo a patto che vengano introdotte regole certe sui corrispettivi e dotando naturalmente il cittadino di tutti gli strumenti per difendersi da tributi ingiustificati o errati».