Bari, malasanità: carabinieri trovano reagenti scaduti, sequestrato laboratorio di analisi
I carabinieri del Nas di Bari hanno sottoposto a sequestro il
laboratorio di analisi dell’unità operativa complessa di
gastroenterologia universitaria del Policlinico di Bari dopo aver
trovato reagenti chimici scaduti. Il materiale sarebbe stato utilizzato
per alcuni esami sui pazienti destinati al trapianto, con il rischio di
errori; l’ospedale però, da parte sua, tranquillizza i pazienti: “Non
c’è stato alcun problema con gli esami”.
I reagenti scaduti sono
stati individuati nell’ambito dei controlli nel settore sanità disposti
dal comando carabinieri per la tutela della salute. Durante le
perquisizioni, sono stati trovati inoltre numerosi prodotti destinati
all’accertamento di varie patologie, alcuni scaduti addirittura da
dieci anni. Del sequestro e dell’esito dei controlli è stata presentata
una relazione alla Procura di Bari.
Il Policlinico, da parte
sua, smorza i toni, spiegando in un comunicato stampa che “i pazienti
sottoposti a trapianti d’organo e monitorati presso l’U.O. di
Gastroenterologia Universitaria non corrono alcun rischio. Il Direttore
della Cattedra Universitaria, Prof. Alfredo Di Leo, ha ribadito, nel
corso dell’indagine interna, prontamente avviata dalla Direzione
Generale e dalla Direzione Sanitaria dell’Azienda Policlinico, che
tutti i parametri di controllo dei pazienti sottoposti a trapianto non
possono aver subito nessuna alterazione significativa”.
I
vertici dell’ospedale sostengono che “durante l’ispezione è stata
segnalata la presenza di un diluente scaduto da sette giorni. Il
diluente in questione viene utilizzato per la determinazione dei
livelli ematici del Tacrolimus, un farmaco immunosoppressore impiegato
nei pazienti che ricevono un trapianto d’organo”. Dalla verifica
effettuata venerdì dalla direzione sanitaria, però, “in tutte le
procedure effettuate impiegando il suddetto reagente è stato accertato
che 1) in nessun caso il sistema di controllo automatico (sempre attivo
durante tutte le analisi di laboratorio) ha segnalato la presenza di
anomalie; 2) i livelli ematici del Tacrolimus nei pazienti
monitorizzati non hanno subito significative alterazioni negli ultimi
sette giorni, rispetto ai valori dei giorni precedenti”.