«Basta tagli alla cultura». Oggi sciopera lo spettacolo, chiusi cinema e teatri
Chiusi cinema e teatri, fermi i set dei film e quelli delle fiction, niente attori nemmeno nei programmi tv. Sciopero generale, oggi, per il mondo dello spettacolo, che incrocia le braccia compatto contro i tagli imposti dalla finanziaria alla cultura, il mancato rinnovo degli sgravi fiscali per il cinema, il tracollo del fondo unico per lo spettacolo. E accusa il governo della mancanza di una politica culturale. La giornata prevede varie iniziative di protesta in tutta Italia.
«La prima cosa che va fermata è la legge 122-2010, che è stata già approvata, e che prevede che non solo i teatri, ma anche i musei e gli enti della cultura in generale, non potranno investire più del 20% del budget 2009. Ovvero, prevede un taglio generale dell’80% agli investimenti in cultura. Se questa legge non viene cancellata subito sarà la paralisi totale di tutto il settore». A dirlo sono tre illustri rappresentanti del teatro italiano, Piero Maccarinelli, Andrea Giordana e Massimo Monaci, direttore del teatro Eliseo, che questa sera attuerà un suo sciopero sospendendo la ‘Clara Schumann’ con Giuliana Lojodice.
A Roma la protesta si concentra al cinema Adriano. Ci sono Ennio Fantastichini, con il cartello «Basta tagli alla Cultura», Marco Risi, Mimmo Calopresti e Giorgio Tirabassi. Giulio Scarpati, presidente dell’Associazione attori incalza con le motivazioni dello sciopero di oggi: «In questo settore non ci sono regole e così è più facile l’assistenzialismo e clientelismo. Fondamentali sono gli sgravi fiscali per chi investe nel cinema col rifinanziamento dei tax credit e tax shelter. Il ministro Bondi ha dato la sua disponibiità ma questi interventi vanno messi in atto da subito. È un momento di grande crisi: dietro la mia faccia nota ci sono tanti giovani attori che sono a spasso. Io mi faccio interprete dei loro bisogni. Si contano 250mila lavoratori nell’audiovisivo, ma l’indotto è ancora più ampio. Noi siamo i titoli di testa ma nei titoli di coda c’è gente che lavora».
«C’è rimasto solo il tubo del gas – dice ironicamente Fantastichini – questo Governo ha deciso di distruggere la cultura mentre rimangono i fondi per le cerimonie istituzionali. Che poi, cosa sono queste cerimonie? Portare in giro le pischelle con l’auto blu?».
Il mondo dello spettacolo chiede al governo di riportare il Fus (cioè il fondo per lo spettacolo stanziato dal ministero) almeno al livello del 2008, ossia a circa 450 milioni di euro. E ancora, si invita il governo a prolungare per i prossimi tre anni gli inventivi fiscali per la produzione cinematografica (tax shelter e tax credit), nonché ad introdurre analoghi strumenti per lo spettacolo dal vivo.
sondaggio Ormai ci fanno anche i sondaggi a premi sull’argomento..non ci resta che partecipare..magari vinciamo anche un IPhone..alla faccia dei tagli! http://www.dipen.de