Belluno, gli artigiani contro Equitalia: “Metodi che mettono sul lastrico”
Nei giorni scorsi è stato il ministro Tremonti a parlare di alleggerimento delle “ganasce fiscali”; ora sono gli imprenditori artigiani che dicono basta alle vessazioni di Equitalia. «Chiediamo di usare il buon senso – spiega Luigi Curto, presidente dell’Unione artigiani di Belluno – in linea con la denuncia dei giorni scorsi del ministro Tremonti e del suo Decreto Sviluppo, pur riconoscendo ai Comuni il ruolo di controllori – e quindi l’obbligo di attenersi – assegnato loro dal federalismo municipale».
«Sono i metodi adottati da Equitalia per la riscossione dei debiti con l’Erario – continua il presidente Curto – a lasciarci perplessi e per di più in un periodo, come l’attuale, in cui la crisi continua a tenere sotto tiro le aziende».
«In particolare – aggiunge Luigi Curto – ci colpiscono le pratiche che hanno messo in difficoltà decine di piccole e medie imprese venete, che avevano deciso di mettersi in regola con il fisco. Per molti di loro l’avvio della procedura di rateizzazione degli importi dovuti allo Stato ha coinciso con la messa in ipoteca di conti correnti e patrimoni mobili e immobili, mentre chi è riuscito a sopravvivere ha dovuto impiegare tutta la propria liquidità per pagare rate da 200mila euro. Sono metodi che, secondo noi – conclude Curto – stanno mettendo sul lastrico decine di imprenditori, causando all’erario mancati introiti per svariati milioni di euro».
Confartigianato del Veneto, guidata da poche settimane dal vicentino Giuseppe Sbalchiero, si sta muovendosi a livello regionale per trovare una soluzione.
«Chiediamo alla Regione – afferma il presidente di Confartigianato del Veneto, Sbalchiero – di farsi portatrice, nei confronti delle società di riscossione, di una riflessione per contribuire a risollevare le imprese, anziché a vessarle».
Confartigianato Veneto punta a ottenere un pacchetto di proposte che possano rendere più agevole il pagamento delle tasse da parte dei contribuenti; a un protocollo di intesa tra aziende, Regione e Equitalia, che, ad esempio, non dia più la possibilità allo Stato di espropriare la prima casa di un debitore del fisco e soprattutto alla regionalizzazione di Equitalia.