Benefici medi da 300 euro per 12 milioni di contribuenti
Almeno dodici milioni di italiani sono interessati alla riduzione
dell’acconto Irpef. Il risparmio concreto sarà in media di 300 euro e
dipende, come è ovvio, dall’importo di tasse da versare e ha un importo
minimo di 10,35 euro. Per scoprire qual è il proprio risparmio bisogna
intanto ricordare che l’acconto Irpef (o Ire, come si chiama adesso
l’imposta) per l’anno 2009 è dovuto soltanto se l’importo indicato nel
rigo RN31 (Unico mini e Unico ordinario) alla voce “differenza” supera
gli euro 51,65. Una cifra dispari mai arrotondata da quando nel 2002 si
è abbandonata la vecchia valuta, visto che corrisponde a 100.000 lire.
L’acconto prima del decreto era nella misura del 99 per cento del suo
ammontare e doveva essere versato in unica soluzione entro il 30
novembre 2009 se l’importo dovuto era inferiore a euro 257,52; oppure
in due rate, se l’importo dovuto era pari o superiore a euro 257,52. In
tale caso la prima rata, nella misura del 39,6 per cento della cifra
del rigo RN31, andava versata entro il 16 giugno 2009, oppure entro il
16 luglio 2009 con la maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse,
mentre la seconda rata, quella nella restante misura del 59,4 per
cento, entro il 30 novembre 2009. Con il decreto varato ieri l’acconto
complessivo è stato ridotto da 99 al 79 per cento per cui chi deve
pagare una somma tra i 51,65 e i 257,52 euro dovrà versare il 79 per
cento e non più il 99; mentre chi doveva versare una somma superiore a
257,52 euro ha già versato il 39,6 per cento e quindi dovrà pagare il
restante 39,4 per cento. Per fare un esempio concreto, supponiamo che
la differenza indicata al rigo RN31 sia di 1.000 euro tondi. L’acconto
da versare era pari al 99 per cento e quindi di 990 euro. Di questi, il
40% è gia stato versato a giugno, pari a 396 euro. A novembre bisognava
versare la somma restante e cioè 594 euro. Con le nuove regole sarà
sufficiente versare 394 euro con un risparmio immediato di 200 euro. È
vero che tale somma andrà pagata con il saldo Irpef del giugno 2010,
con la dichiarazione sui redditi del 2009; ma è vero anche che non è
affatto detto che i redditi del 2009 siano stati equivalenti a quelli
dell’anno precedente, a causa della crisi, e quindi ci sarà una elevata
probabilità che il saldo da versare sia alla fine molto limitato. A
beneficiare dell’acconto saranno soprattutto i lavoratori autonomi (ma
anche le imprese di persona) che pagano l’Irpef solo con la
dichiarazione dei redditi. Quindi artigiani, commercianti,
professionisti. I lavoratori dipendenti, che hanno trattenute in busta
paga, non pagano l’acconto ma mese per mese e quindi non avranno
benefici se le loro entrate sono limitate al reddito fisso e al
possesso della prima casa. Anche loro però saranno toccati dalla misura
se hanno altri redditi che dichiarano con Unico o con il 730
(collaborazioni, seconde case, affitti). Un beneficio ci sarà infine
per coloro che hanno redditi assimilati a quelli di lavoratori
dipendenti: è il caso dei separati e dei divorziati che ricevono
l’assegno di mantenimento.