Benzinai «low cost ». Aumentano le stazioni e le file per il pieno
All’indomani dell’ultimo week-end di promozioni estive che, con sconti fino a 21 centesimi al litro, ha calmierato il mercato, la situazione dei prezzi del carburante torna oggi alla sua preoccupante normalità: in media, la benzina si attesta su 1,92 euro/litro (con punte oltre i 2 euro in Liguria e Toscana, per le addizionali regionali) e il gasolio su 1,81. Rispetto all’agosto 2011, i prezzi sono cresciuti di 32-33 centesimi.
CENTRI COMMERCIALE E PICCOLE CATENE– Non stupisce, dunque, il crescente successo delle cosiddette «pompe bianche», le stazioni di servizio indipendenti dalle compagnie petrolifere più note (Eni, Esso, IP, Q8, Shell, Tamoil e Total-Erg), nelle quali è possibile risparmiare tra i 5 e i 12 centesimi al litro. Sul totale delle 25mila stazioni di servizio italiane, le «bianche» erano l’anno scorso il 7% (circa 1.750), ma il recente decreto liberalizzazioni porterà la loro penetrazione al 15%. «Ma non tutte sono davvero “bianche” e non tutte sono convenienti – avverte il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti -. La maggior parte appartiene a piccole catene (marchi come Mirina, Beyfin, Ies, Energia Siciliana ecc., ndr ) che non hanno interesse a proporre sconti esagerati. Altro discorso le pompe “no logo”, circa 400 in Italia, comprese quelle della grande distribuzione marcata Carrefour, Conad e Auchan. Queste offrono prezzi più convenienti».
«STERILIZZARE GLI AUMENTI IVA»-Di tutt’altro avviso Franco Ferrari Aggradi, presidente di Assopetroli: «”Pompe bianche” sono quelle di tutti gli operatori indipendenti che non espongono il marchio della compagnia petrolifera. Operatori liberi di comprare i carburanti da chi vogliono e di vendere senza dover applicare prezzi imposti. Ma al di là di questa distinzione, il problema dei distributori in Italia è che, in proporzione, sono troppi rispetto agli altri Paesi. I volumi di carburante sono inferiori anche della metà, ma i costi fissi sono identici. E non dimentichiamo che in Italia accise e Iva pesano per il 60% del prezzo. Ciò significa che, a parità di prezzo, il margine degli operatori è minimo: parliamo di 15 centesimi/litro al lordo di sconti e promozioni. Quanto si può tagliare ancora?». La flessione del mercato del carburante è stata del 10% quest’anno, con un calo del volume d’affari da 33 a 30 miliardi di euro. La speranza allora è che anche in Italia si faccia come in Francia, dove il prezzo della benzina è stato abbassato in questi giorni di 6 centesimi, di cui 3 a carico dello Stato e 3 a carico delle compagnie. «Equivarrebbe a un risparmio annuo – assicura la Federconsumatori – di 72 euro per costi diretti 59 per quelli indiretti».