Bimba morta a Ravenna, medici indagati «Napoletani piagnoni? Pronti a scusarci»
NAPOLI
(24 febbraio) – I nomi di due medici sono stati iscritti nel registro
degli indagati nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura della
Repubblica di Ravenna sulla morte della piccola Luigia Lanzano. L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo.
È il primo atto della vicenda giudiziaria scaturita alla tragedia della
piccola di tre anni, costretta a subire un calvario durato quasi un
mese, scandito da continue visite e ricoveri (tra strutture sanitarie
pubbliche e private) senza che tuttavia le venisse formulata alcuna
diagnosi certa.
Luigia, i cui genitori da Afragola si sono trasferiti a Cervia cinque
anni fa, è morta il 19 febbraio nel reparto di rianimazione
dell’ospedale Santa Maria delle Croci dopo che le sue condizioni si
erano improvvisamente aggravate. Il giorno successivo il papà,
Giuseppe, aveva sporto denuncia ai carabinieri. Ieri il pubblico
ministero Monica Gargiulo ha inviato due avvisi di garanzia ad
altrettanti medici indagati. Si tratta di una pediatra, medico di
famiglia che i coniugi Lanzano contattarono quando la figlioletta
cominciò a soffrire del «male oscuro»; e di un medico che lavora presso
il pronto soccorso del Santa Maria delle Croci.
L’invio delle informazioni di garanzia è coinciso con la convocazione
delle parti in occasione di quello che la giustizia considera un «atto
irripetibile»: lo svolgimento dell’autopsia sul corpicino della piccola
Luigia. All’esame autoptico ha preso parte anche un consulente di parte
della famiglia Lanzano, il dottor Caminiti, primario presso l’ospedale
di Forlì. Entro 60 giorni saranno depositati i risultati.
La famiglia Lanzano è rappresentata dall’avvocato Michele Dulvi
Corcione. «Alla famiglia Lanzano – dichiara il penalista – non
interessa fare polemiche ma solo accertare, in tempi brevi, la verità».
Presto inizieranno anche gli interrogatori. È presumibile che il pm
Gargiulo – magistrato inquirente di consolidata esperienza che vanta
peraltro origini partenopee – convochi in Procura anche altri
testimoni, a cominciare da alcuni dipendenti del Santa Maria delle
Croci.
Ieri proprio alcuni medici e infermieri dell’ospedale ravennate hanno
ricordato gli ultimi momenti della piccola Luigia. «Pareva impaurita –
hanno detto – tremava, chiedeva sempre della mamma». E confermano che,
nel suo ultimo giorno di vita, quando giunse per la seconda volta in
meno di un mese al pronto soccorso, «non stava affatto bene: da alcuni
giorni respirava solo a bocca aperta e almeno dal giorno prima aveva la
febbre».
«Ho passato tutta la domenica a tentare di capire cosa fosse successo.
Ho ascoltato tutti quelli che l’hanno visitata – ha sottolineato Andrea
Neri, direttore sanitario dell’ospedale romagnolo – la bimba è arrivata
da noi sotto choc, già in evidente difficoltà respiratoria e in stato
soporifero. Era fredda e cianotica, abbiamo fatto intervenire pediatra
e rianimatore ma non c’è stato niente da fare».
Non era la prima volta che i medici ravennati visitavano quella piccola
paziente. Già il 26 gennaio scorso – ha ricordato Neri – la bimba era
stata portata in pronto soccorso. In quel caso era stata dimessa in
buone condizioni, con una semplice sindrome gastrointestinale di natura
virale».
Una diagnosi i cui postumi dovevano essere al vaglio della pediatra di
famiglia. Sulla frase «siete i soliti napoletani piagnoni», che sarebbe
stata rivolta ai genitori di Luigia in comprensibile stato di
apprensione, all’esterno della Rianimazione del Santa Maria delle
Croci, Neri ha precisato di avere sentito «tutte le persone che sono
venute a contatto con i genitori senza che nessuna mi riferisse
dell’episodio».
Tuttavia, conferma sempre il direttore sanitario, «voglio andare fino
in fondo a questa cosa, e se fosse davvero accaduta chiedo scusa perché
farebbe parte di una cultura che non ci appartiene». I funerali della
piccola Luiigia si svolgeranno domani, alle 11, a Cervia.