Bimbo in coma per ustioni in camera iperbarica
I medici del Jackson Memorial Hospital di
Miami, dove il piccolo Francesco Pio sta lottando contro la morte,
hanno detto oggi al padre Luigi Martinisi che le prossime 24 ore
«saranno decisive» per la sorte del bambino italiano rimasto gravemente
ustionato ieri mentre era sottoposto a terapia in una camera iperbarica
di un altro centro medico della Florida. Il bambino, che ha quattro
anni ed è affetto da paralisi cerebrale, era stato trasferito ieri al
famoso ospedale di Miami col corpo coperto al 90 per cento da ustioni.
Al
nosocomio era giunta anche la nonna del bimbo, Vincenza Pesce, in
condizioni simili: la donna è morta durante la nottata. Il padre del
bimbo, da sei mesi in terapia iperbarica in Florida, era tornato pochi
giorni fa in Italia perchè la madre stava per dare alla luce un altro
bimbo. L’uomo è stato raggiunto dalla notizia del terribile incidente,
un incendio del lettino iperbarico dove Francesco era con la nonna,
mentre era in viaggio per tornare negli Stati Uniti.
Sono giunte
d’urgenza negli Stati Uniti anche due figlie di Vincenza Pesce, per
dare assistenza ai congiunti e per provvedere al rimpatrio del corpo
della donna. Luigi Martinisi, che è stato ospitato da amici a Miami, è
stato assistito dal console italiano Marco Rocca ed ha avuto oggi un
colloquio con l’ambasciatore italiano a Washington Gianni Castellaneta
che gli ha assicurato la massima assistenza. Il Jackson Memorial
Hospital di Miami è dotato di uno dei migliori reparti al mondo per il
trattamento degli ustionati. Luigi Martinisi ha detto di essere rimasto
colpito dall’evidente grande impegno dei medici dell’ospedale per dare
al piccolo Francesco, che era già stato operato ieri, la massima
assistenza possibile.
Nel frattempo a Lauderdale-By-The-Sea la
polizia sta proseguendo le indagini per accertare la possibile causa
dell’ incendio nella camera iperbarica dell’Ocean Hyperbaric Oxygen
Neurologic Center, uno dei più famosi della Florida dove diversi
pazienti italiani sono in terapia. L’uso di ossigeno al cento per cento
rende indispensabili rigorose misure di sicurezza – dal vestiario agli
oggetti personali – per prevenire scintille che possano provocare
fatali incendi
Come riporta la Cbs4 il piccolo è nato nel
Comune di San Felice a Cancello (Caserta) ed è affetto da tetraparesi
spastica. (Video)
L’incendio è avvenuto mentre il piccolo di 4
anni si stava sottoponendo ad una terapia iperbarica (è nato prematuro)
all’Ocean Hyperbaric Oxygen Neurologic Center accompagnato dalla donna (Video 2).
«Le
condizioni del bambino sono critiche, si parla di ustioni sul 90% del
corpo e probabilmente ha già perso anche la vista», ha detto il sindaco
di San Felice a Cancello. «I due erano in America dal 22 novembre per
effettuare una terapia contro la tetraparesi spastica nel centro medico
di Lauderdale, in Florida – ha spiegato il sindaco – È purtroppo
paradossale che un viaggio fatto per curarsi sia finito in modo così
tragico per un’assurdo scherzo del destino».
«È divampato all’improvviso un incendio che si è rapidamente esteso. La
pelle del bambino era completamente nera», ha raccontato Alessandra
Ancona, che fa parte di un gruppo di famiglie italiane che usa il
centro (suo marito soffre di epilessia).
Le squadre di
soccorso hanno evacuato il centro di terapia dopo avere lottato per
raggiungere la camera iperbarica, a causa del fumo intenso. Il bimbo e
la nonna sono stati trasportati al Broward General Medical Center.
Il bambino ha ustioni sul 90% del corpo.
Lo hanno riferito «suoi cugini» citati dall’edizione online della Cbs4.
«I medici gridavano di uscire. Siamo scesi per le scale e abbiamo visto
il fumo che proveniva dalla stanza della camera iperbarica», ha
raccontato un testimone, sempre secondo quanto riferisce l’emittente
americana. Un agente avrebbe rischiato la propria vita per mettere in
salvo il bimbo e la nonna che si trovavano nella camera.
Il sito internet dedicato al caso della piccola vittima dell’incidente
riporta che è affetto da «tetraparesi spastica» e ha difficoltà motorie
e di parola. La terapia in camera iperbarica gli doveva consentire di
recuperare la capacità motoria.
Il diario di bordo di Francesco. Sul sito internet
dedicato al bambino, mamma, papà e zia Angy raccontano al web e alle
tante persone che hanno aiutato Francesco, la vita difficile del
bambino. E ancora foto e video che narrano la voglia di vivere di
Francesco e della speranza mai persa della sua famiglia.
Ore di apprensione a San Felice a Cancello.
La notizia dell’incidente si è diffusa velocemente a San Felice a
Cancello, il Comune di 20mila abitanti dell’hinterland Casertano dove
il bambino è nato. «È l’intera cittadina che prova un immenso dolore
per quanto accaduto a quel bambino», dice il vicecomandante della
polizia municipale Carmine De Matteis. «Nei giorni scorsi avevano
appreso con soddisfazione che le cure stavano facendo effetto, che il
piccolo aveva fatto passi avanti. Invece questa mattina ci hanno
riferito dell’incidente», prosegue De Matteis. In tanti hanno voluto
portare personalmente la solidarietà ai familiari del bambino e della
donna che sono rimasti ustionati: «In questo centro ci conosciamo
tutti. E per il piccolo ora siamo in apprensione», dicono ancora al
comando della polizia municipale.
In quel centro medico anche un bimbo di Castellammare di Stabia.
Chicco Muci, due anni, affetto da delezione del braccio lungo del
cromosoma 16 e da una malformazione cerebrale, nota come
micropoligiria, è in cura in Florida presso il centro specializzato
Therapies 4 kids, lo stesso in cui si trovava Francesco Pio. Anche in
questo caso, la vita di Chicco è raccontata su internet.
Sulle pagine dedicate alla sua storia è apparso oggi un messaggio:
«Disgrazia all’ocean Hyperbaryc center, purtroppo quello che nessuno
vorrebbe accadesse mai si è invece presentato». Questo uno dei passaggi
del commento, scritto dal papà del piccolo Chicco.
In Italia si ricordano due drammatici
precedenti di camere iperbariche andate in fiamme mentre dentro vi
erano pazienti in terapia di iperossigenazione. Il primo a Napoli,
nell’ospedale per bambini Santobono. Nel’aprile del 1988, l’incidente
in cui morì il piccolo Salvatore Iannelli.
Il secondo, il 31 ottobre del 1997, nell’ospedale Gleazzi di Milano,
con ben undici persone morte in una bolla di fuoco nell camera
iperbarica collettiva.