Blogger: attenzione a ciò che scrivete!
La
notizia di recenti sentenze “punitive” verso i blogger
ha giustamente messo in allarme i tanti appassionati che stanno costellando la
rete di ogni genere di blog.
Il primo campanello d’allarme è suonato nel 2006 quando
il Tribunale di Aosta ha condannato un blogger
ritenendolo colpevole del reato di diffamazione a mezzo stampa. Più di recente,
il Tribunale di Modica ha condannato un altro blogger per non aver fatto registrare il
suo sito in Tribunale.
Il denominatore comune delle due sentenze è di aver equiparato
il blog ad un giornale e di conseguenza averlo
assoggettato alle medesime norme dettate in materia di stampa, compreso
l’obbligo di registrare la pubblicazione in Tribunale e l’applicazione di una
pena più grave per il caso di diffamazione. Da notare che il blogger, equiparato al direttore di un giornale, dovrebbe
perciò rispondere anche delle frasi diffamatorie inserite
nei commenti pubblicati sul blog.
Cosa dobbiamo fare allora? Chiudiamo tutti i
blog oppure corriamo a registrarli in Tribunale e da
quel momento censuriamo pesantemente ogni commento un po’ più azzardato e
sagace?
Fortunatamente non è così.
Quelle
due sentenze, come ogni altra pronuncia della giurisprudenza, per essere
comprese appieno devono in primo luogo essere lette integralmente ed
attentamente, e quindi raffrontate con tutte le altre pronunce similari, per
capire se si tratta di un caso isolato o di un indirizzo consolidato.
Partiamo dal caso più recente, quello di Modica.
Forse vi stupirà, ma leggendo la sentenza emerge un principio esattamente
opposto a quello che le notizie diffuse ci hanno fatto credere: il blog non è un giornale e non deve essere registrato in
Tribunale. Sembra assurdo, ma questa è la vera notizia.
Spieghiamoci meglio: il Tribunale di Modica ha esaminato il sito, che il suo
autore definiva blog. Dall’esame è emerso che il
prodotto pubblicato aveva queste caratteristiche: 1) il suo nome, o meglio
testata, era “giornale di informazione civile”; 2)
veniva aggiornato con cadenza quotidiana; 3) gli articoli pubblicati avevano ad
oggetto fatti di cronaca locale, inchieste giudiziarie, testimonianze dirette e
fatti storici; 4) per pubblicare articoli sul sito era necessario contattare il
titolare e sottoporre alla sua preventiva valutazione l’articolo che si intendeva
pubblicare.
Da questi elementi il Tribunale ha ritenuto che “il sito in questione non fosse
un blog, al quale chiunque potesse accedere
e partecipare al dibattito, ma era un vero e proprio giornale dotato di una
testata e di un editore responsabile”.
Diversa è l’ipotesi, si legge in sentenza, in cui il blog
venga utilizzato come “strumento di comunicazione ove tutti indistintamente
possono esprimere le proprie opinioni sui i più svariati argomenti: in tal caso
non ricorre certamente l’obbligo di registrazione”.
Come si vede, si tratta di una decisione “pericolosa” ma in fondo innocua.
Possono quindi continuare a dormire sonni tranquilli tutti quelli che usano il blog come un diario di contenuto vario o come luogo di
discussione aperto ai commenti di tutti (anche se con le avvertenze che vedremo
nel prossimo articolo).
Passiamo ora alla sentenza del Tribunale di Aosta.
Qui, effettivamente, per quanto si legga, non si riesce tanto a capire e
condividere la sentenza, che si dilunga molto sull’esame del contenuto di quel blog (che pare davvero diffamatorio), ma
liquida in poche righe l’importante conclusione che vorrebbe equiparare il blogger ad un direttore di giornale. Si legge infatti in sentenza la sola, lapidaria, affermazione che
“colui che gestisce il blog altro non è che il
direttore responsabile dello stesso” in quanto “ha il totale controllo di
quanto viene postato e, per l’effetto, allo stesso modo di un direttore
responsabile, ha il dovere di eliminare quelli offensivi”.
Siamo d’accordo che il blogger deve porre attenzione
al contenuto dei commenti, ma equipararlo ad un direttore di giornale ci pare
un tantino esagerato e soprattutto, in campo penale, frutto di un ragionamento
analogico, e come tale errato.
Consideriamo peraltro che in quel caso i contenuti erano
così offensivi che forse il Tribunale ha voluto in qualche modo “punire” il blogger, che tra l’altro era un ex giornalista.
Però quella sentenza ci spaventa, ed allora
guardiamoci in giro e cerchiamo di capire cosa hanno detto altri giudici, se
possibile la Cassazione, che è ovviamente la più autorevole, perché a furia
di impugnazioni si arriva lì e quindi tutti i giudici dovrebbero
uniformarsi ai suoi insegnamenti.
Per fortuna la Cassazione ci aiuta perché recentissimamente
(lo scorso mese di marzo) ha deciso che “il semplice fatto che i messaggi e gli
interventi siano visionabili da chiunque, o almeno da coloro che si siano
registrati nel forum, non fa sì che il forum stesso, che è assimilabile ad un
gruppo di discussione, possa essere qualificato come un prodotto editoriale, o
come un giornale online, o come una testata
giornalistica informatica. Si tratta quindi di una semplice area di
discussione, dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di
esprimere il proprio pensiero, rendendolo visionabile a tutti gli altri
soggetti autorizzati ad accedere al forum, ma non per
questo il forum resta sottoposto alle regole ed agli obblighi cui è soggetta la
stampa (quale quello di indicazione di un direttore responsabile o di
registrazione)”.
Aggiunge ancora la Cassazione, simpaticamente, che “i messaggi lasciati su un
forum di discussione sono equiparabili ai messaggi che potevano e possono
essere lasciati in una bacheca”.
W
la Cassazione!!!
La
portavoce di Noi Consumatori, la dott. Claudia Petruccelli, è davvero
entusiasta della decisione presa dalla Cassazione, in quanto per noi giovani,
in un’era in cui internet è alla portata di tutti e la tecnologia avanza sempre
più, il blog è diventato una sorta di diario in cui scrivere ciò che accade
ogni giorno o il luogo dove esprimere liberamente un pensiero su qualsiasi
argomento in cui ci si imbatte. Pertanto, cerchiamo di aggiornarci un po’ tutti
e capire che come il mondo cambia, di pari passo lo fa la tecnologia, offrendo
nuovi modi di comunicare. Comunicare, infatti, via blog, myspace, facebook,
msn, mail, sms, non significa altro che esprimere se stessi in una maniera
nuova, che non vuole offendere nessuno e che non è affatto paragonabile al
ruolo che ha un direttore di giornale!
Sfruttiamo il potere del Blog senza eccedere L’opportunità data a noi cittadini e consumatori dalla rete con l’avvento de lweb 2.0, quella della voce in capitolo, del coinvolgimento totale nei contenuti della rete, del word-of-mouth è fondamentale e resta, per ora, un’isola felice…. Cerchiamo di non tirarci la zappa sui piedi…. Noi di [www.pricesharing.it] lavoriamo in difesa del consumatore, evitando un inutile approccio critico sempre e comunque, ma Informando, mettendo a conoscenza il consumatore…