Boom di denunce per corruzione La Corte dei Conti: “Un tumore”
ROMA
La corruzione è un «tumore maligno» contro il quale non ci sono
«anticorpi» nella pubblica amministrazione e che con gli anni
addirittura sembra peggiorare. Nel 2009 le denunce sono infatti
aumentate del 229%. È la Corte dei Conti a mettere il dito nella piaga
e a parlare della necessità di recuperare «senso etico» perchè «se non
c’è senso etico nell’agire – ha detto oggi il presidente della
magistratura contabile Tullio Lazzaro – non bastano mai i giudici, i
carabinieri o le altre forze dell’ordine a combattere questo male».
Alla
malversazione vera e propria si affianca poi tutta quella serie di
comportamenti che portano ad «un ingente spreco di risorse pubbliche» a
partire dalle opere incompiute, come ha messo oggi in evidenza il
procuratore generale Mario Ristuccia all’inaugurazione dell’anno
giudiziario. Mala gestione della sanità, consulenze fuori legge,
derivati che rischiano di indebitare le generazioni future per 20-30
anni. È lungo l’elenco degli esempi di inefficiente gestione della p.a.
Sulle opere incompiute in particolare è molto lunga la lista presentata
dalla Corte sulla base del lavoro fatto lo scorso anno dalle procure e
va dalle chiusura del reparto di radioterapia dell’ospedale di Sora, a
pochi giorni dalla sua apertura, alla mancata esecuzione di urgenti
lavori di restauro del complesso monumentale di Santo Spirito in
Sassia. C’è poi il caso del Palasport di Piancavallo costruito in
occasione delle Universiadi del 2003 e non utilizzato o i lavori
assegnati e mai realizzati anche all’Arsenale di Brindisi.
Non
poteva mancare il “capitolo” Protezione Civile sul quale «manca un
controllo reale» è stato evidenziato da Lazzaro il quale fa sapere che
sulle opere del G8 alla Maddalena, per le quali è stata aperta
un’inchiesta, «è stato chiesto il controllo della Corte solo su due
soli contratti iniziali». Nella sanità, poi, non ci sono solo «spese
inutili» ma anche «fenomeni particolari di mala gestione», come gli
«inefficienti e costosi programmi di screening anti-tumorale» o le
«eccessive prescrizioni di farmaci» fino agli «sconcertanti interventi
chirurgici non necessari». Sulle consulenze invece la stretta praticata
dalle ultime Finanziarie sembra non avere effetto se ci si trova di
fronte a «fenomeni vasti che non possono non allarmare», come ha detto
Lazzaro. Per i derivati, poi, il pg Ristuccia evidenzia l’esigenza di
un attento monitoraggio perchè «certe situazioni di debito e squilibrio
si riflettono nel tempo, anche per venti o trenta anni e rischiano di
impegnare le generazioni future».
Sulle società per azioni a
partecipazione pubblica: il controllo della Corte dei Conti è
«strumento di garanzia del buon uso delle risorse». E ancora, sul
presunto buco di 9 miliardi: «Non esiste un buco di bilancio, al
massimo c’è una scarsa correttezza contabile nello scrivere alcune
poste», ha detto il presidente Lazzaro. Il discorso del presidente
della corte dei conti Tullio Lazzaro è piaciuto al ministro della
giustizia Angelino Alfano, che ha lodato le «parole di coraggio e per
certi versi anche di anti conformismo» del presidente. Per il ministro
della pubblica amministrazione Renato Brunetta la p.a. sta «reagendo e
si vede dall’incremento dei casi denunciati».
Basta con la giustizia lumaca
Negli
altri Paesi c’è una «maggiore affidabilità» sulla durata e la
prevedibilità degli esiti dei processi. Ciò può provocare negativi e
tangibili effetti economici« spingendo gli imprenditori a non investire
in Italia. L’incertezza del diritto, intesa quale mutevole significato
della norma scarsa prevedibilità processuale e di tempi procedurali
-spiega il presiente- può provocare anche negativi e tangibili effetti
economici«. Secondo Lazzaro, infatti, in presenza di queste condizioni
«è lecito dubitare se un imprenditore straniero possa essere indotto ad
effettuare investimenti produttivi nel nostro paese piuttosto che in
altri ove vi è, statisticamente, maggiore affidabilità quanto a durata
di procedimenti e prevedibilità di esiti e quindi più celere tutela
giudiziaria di interessi connessi all’impresa».
La Toscana top ten per denunce
Dalla
relazione del pg, infine, emerge che è la Toscana – dove in sede penale
la procura di Firenze sta indagando sugli appalti del G8 – in testa
alla classifica delle regioni in cui la Corte dei Conti ha emesso il
maggior numero di citazioni in giudizio per danno erariale: sono 21 (su
un totale nazionale di 92), mentre a seguire ci sono Lombardia (18),
Puglia (11) Sicilia (10), Umbria (7), Piemonte (7), Trento (5),
Calabria (4), Lazio (3) Abruzzo (2) Emilia Romagna (2) Friuli Venezia
Giulia (1), Liguria (1).
Stoccata ai colleghi: l’equilibrio è merce rara
Il
presidente della Corte dei Conti Giulio Lazzaro ha poi bacchettato i
colleghi: «Pochi giorni fa il Procuratore generale della Cassazione ha
stigmatizzato che si ha la sensazione che taluni magistrati impegnino
le proprie energie a contrastarsi reciprocamente più che a contrastare
la criminalità. Analoga osservazione può farsi per i magistrati della
Corte. Ciò può apparire sorprendente, considerato il numero, meno di
500 in totale, dei magistrati della Corte: sarebbe perciò da immaginare
che un numero talmente più basso renda più facile individuare e
condividere gli obiettivi. Ciò sarebbe logico se ci si muovesse su
direttrici avulse da preconcetti o posizioni ideologiche ma l’affidarsi
solo al raziocinio ed al senso di equilibrio istituzionale che in un
tempo lontano era quasi un prerequisito per l’essere magistrati oggi mi
sembra divenuto merce rara».