Braccio di ferro sull’uso della pillola abortiva
Pronti a partire l’ospedale Cardarelli e la Seconda Università di
Napoli. Interessati l’ospedale civile di Caserta e il Nuovo
Policlinico. Sono almeno quattro le strutture in Campania pronte a
introdurre la pillola abortiva Ru486. E altre adesioni sono attese nei
prossimi giorni. Anche alcuni medici del presidio San Paolo di
Fuorigrotta e il primario dell’ospedale Santa Maria delle Grazie di
Pozzuoli, ad esempio, si sono dichiarati favorevoli a verificare la
possibilità di utilizzare l’aborto chimico. Con l’ok definitivo
dell’Agenzia italiana del farmaco non occorrono altri passaggi: tra un
mese la Ru486 sarà disponibile su tutto il territorio nazionale. In
Campania dove? «Abbiamo già contattato gli ospedali della regione –
spiega l’assessore alla Sanità Mario Santangelo – e attendiamo una
risposta che dovrebbe arrivare nell’arco di 15 giorni, spero ci sia
almeno un ospedale per provincia». Per l’assessore «la pillola Ru486,
non prevedendo alcun intervento cruento, potrebbe essere adoperata
anche presso quelle strutture dove non si effettua l’interruzione
volontaria di gravidanza». Per questo motivo il dipartimento regionale
che si occupa dell’area assistenziale ha indirizzato la circolare sul
farmaco a tutte le direzioni sanitarie, e non solo alle 35 strutture
dotate di un centro di interruzione di gravidanza. «Mi sembra positivo
che l’assessore regionale alla Sanità, Mario Santangelo, si preoccupi
con ampio anticipo di capire in quali strutture sanitarie regionali
possa essere utilizzata la Ru486, per un corretto utilizzo dell’aborto
farmacologico», commenta il senatore Pdl Raffaele Calabrò, «ma è pure
vero – aggiunge Calabrò – che sarebbe opportuno attendere la
pubblicazione della determina dell’Aifa, che avverrà il prossimo 19
novembre, e le linee guida del ministero della Salute». Per Calabrò «va
letta con favore l’intenzione di voler garantire che la
somministrazione del farmaco avvenga nell’attenta salvaguardia della
salute della donna e nel pieno rispetto della legge 194
sull’interruzione volontaria di gravidanza».