Braccio di ferro tra Maradona ed Equitalia. Cartella viziata all’origine. In aula il prossimo 5 maggio.
Ritornare a Napoli senza alcun problema. E’ il sogno del mitico Diego Armando Maradona, il tanto rimpianto “Pibe de oro”, e di tutti i napoletani. Possibile? A quanto pare si. Maradona ha cambiato avvocato ed ha schierato nel suo braccio di ferro per liberarsi dalle tenaglie di Equitalia l’avvocato Angelo Pisani, già noto per le sue battaglie e le sue vittorie contro la società di riscossione e le “cartelle pazze”, cioè cartelle esattoriali illegittime basate su notifiche irregolari o mai avvenute. Pisani ha già costituito il collegio difensivo ed ha preparato il maxi-ricorso per dimostrare l’estinzione delle responsabilità di Maradona dai debiti nei confronti del fisco italiano. La Commissione Tributaria ( 17° sez. di Napoli Pres. G. Annunziata) ha fissato per il 5 maggio 2011 l’udienza per la trattazione dell’istanza di sospensione dell’esecutività del titolo/cartella ormai salita a 38 milioni di euro. E’ questa la cifra stellare in ballo tra “Dieguito” e l’ ex Gestline per presunte tasse non pagate. Inoltre l’esborso di denaro richiesto, per spese ed interessi imprecisati, continua ad aumentare in modo sconsiderato di 3mila euro al giorno a fronte di una indebita cartella iniziale di 8 milioni di euro e mai notificata all’ex capitano del Napoli. Nel circuito vessatorio delle “cartelle pazze”, insomma, rientrerebbe anche l’idolo dei partenopei. L’accoglimento del ricorso contro la mega-cartella esattoriale significherebbe per “El Pibe” poter tornare liberamente in Italia, e probabilmente a Napoli per riabbracciare i suoi tifosi, senza temere le esecuzioni esattoriali della società di riscossione. “Diego Armando Maradona ha iniziato l’allenamento per giocare una delle partite più importanti della sua vita, quella sul campo del diritto che verrà disputata a suon di carte bollate – spiega l’avvocato Pisani – Se Maradona nel 1988 avesse ricevuto la regolare notifica della originaria cartella esattoriale avrebbe potuto esercitare ogni diritto di difesa come i suoi compagni di squadra e dimostrare che non era giusta la pretesa del fisco. Oggi, nonostante le varie violazioni nella procedura di riscossione e la prescrizione già maturata nrl 1999, ovvero prima della notifica degli ulteriori avvisi di mora – precisa il legale – la nota Equitalia pretende dal Pibe oltre 38 milioni di euro senza specificare il perché del totale Di questi però soltanto poco più di 13 milioni sono di tasse risalenti agli anni ‘88, ‘89, ’90, mentre il resto, circa 26 milioni di euro, sono l’assurda conseguenza di generici ed incontrollati interessi, sanzioni e spese sempre, crescenti dagli anni 1988/89. Il ricorso è ammissibile e fondato in quanto ci sono, a mio giudizio, delle irregolarità nella procedura di riscossione ed il debito potrebbe essere appianato anche con un’ulteriore definizione bonaria e giusta transazione fiscale tra le parti”.
“Abbiamo chiesto a Equitalia – continua il legale – di esibire la cartella esattoriale originale legata ai mancati versamenti Irpef. La nostra ipotesi è che questa cartella non sia mai stata notificata regolarmente, come purtroppo è successo negli anni a Napoli a migliaia di contribuenti vessati dal fisco”. Inoltre spiega l’avvocato Pisani “dall’unica prova documentale presentata dall’ex Gestline, ossia un avviso di mora del luglio 2000, risulta inconfutabile non solo che dagli anni 88 / 89 / 90 fino al 2000 alcun accertamento fiscale o cartella è stato mai notificato al presunto trasgressore con estinzione di ogni credito per maturata prescrizione decennale, ma che poi lo stesso unico avviso di mora veniva notificato solo in data 19 giugno del 2000 prima ad un custode del centro Paradiso e poi in maniera irrituale alla casa comunale, in totale violazione dell’art.140 c.p.c., quindi mai a Maradona in persona che in tale data già non risiedeva più in Italia e giocava nel Siviglia. Quindi il giocatore non poteva mai essere a conoscenza della già assurda richiesta del fisco italiano e non poteva di conseguenza esercitare alcun diritto di difesa con consequenziale nullità ed inammissibilità di qualsivoglia addebito e condanna a suo carico” .
“Maradona – annuncia Pisani – diventerà il simbolo della battaglia di legalità e giustizia contro il fisco e i metodi medievali di riscossione dei tributi dello Stato Italiano a danno dei contribuenti. Alla prima udienza del processo oltre ad insistere per l’accoglimento del legittimo e fondato ricorso, si presenterà un esposto alla Corte Europea dei diritti dell’uomo e si solleverà l’eccezione d’incostituzionalità dell’odiosa e gravosa norma che impone solo per i crediti dello Stato e pubbliche amministrazioni riscossi da Equitalia l’applicazione di un tasso d’interesse pari a circa il 10% annuo, oltre alle spese, compensi e sanzioni varie. Proprio grazie a Maradona, una volta accertata l’incostituzionalità dello sbalorditivo tasso d’interesse imposto per i crediti di Equitalia , tutti i contribuenti italiani potrebbero salvarsi da interessi a dir poco usurai e tifare sempre ed ancor più per Maradona”.