Brunetta: ‘No a facebook in ufficio, per i dipendenti Statali’
Renato Brunetta annuncia una spiacevole
novità per gli statali, almeno per quelli più informatizzati e
socialmente attivi. «Sto predispondendo ha detto il ministro un sistema
di filtraggio che impedisca ai dipendenti pubblici di andare su
Facebook».
Per chi ancora non lo sapesse, Facebook
è un sito internet che permette di scambiare vari tipi di informazione
fra amici e conoscenti (tecnicamente si definisce una “rete sociale”).
È un fenomeno di massa, che coinvolge ormai almeno un italiano su
sette. Brunetta sostiene che «uno dei luoghi di maggior utilizzo del
famoso social network siano proprio le postazioni pubbliche» e perciò
pensa a «un progetto che non ha nulla di vessatorio ma che vuole
impedire di spendere soldi della collettività in modo non corretto». Va
detto che fra gli 8-10 milioni di italiani iscritti a Facebook (il
numero è in continua crescita) c’è lo stesso ministro, che sulla sua
pagina promozionale comunica con i suoi 50 mila “sostenitori”.
Le
dichiarazioni di Brunetta sono state pronunciate ieri sera nel corso di
una trasmissione televisiva su un’emittente locale romana. In mattinata
il ministro aveva tenuto una conferenza stampa con il suo collega di
governo Maurizio Sacconi. Argomento: le semplificazioni burocratiche
per le imprese. Secondo Sacconi e Brunetta, le imprese italiane possono
risparmiare fino a 5,3 miliardi l’anno sui costi della burocrazia.
Brunetta peraltro è il primo ad avvertire che le cifre «vanno prese con
le molle».
Quei risparmi «non è che le imprese se li ritrovano
subito nelle loro tasche: li vedranno nel tempo». Le aziende potranno
chiedere ai loro consulenti del lavoro o ai loro avvocati di ridurre le
parcelle, essendo diminuiti i servizi da garantire. Inoltre il calcolo
dei risparmi tiene conto anche delle giornate di lavoro che i
dipendenti di un’azienda media devono dedicare all’assolvimento degli
obblighi burocratici aboliti. Ma di quali obblighi stiamo parlando? Per
esempio, la doppia comunicazione mensile dei dati retributivi e
contributivi dei dipendenti, che diventerà unica (risparmio stimato,
680 milioni di euro). O l’obbligo di presentare il Documento di
regolarità contributiva per chi partecipa ad appalti pubblici, che
viene abolito (16 milioni).