Bufera Sementa, gli ufficiali lo denunciano
Bufera Sementa. Al via la “rivolta degli ufficiali superiori”. Nove maggiori e due colonnelli della Polizia Municipale di Napoli hanno presentato oggi un esposto in Questura dopo aver letto l’intervista rilasciata nei giorni scorsi al Corriere del Mezzogiorno dal Comandante dei vigili, il generale Luigi Sementa. Nell’intervista il Comandante parlava di “alcune persone che portano gradi elevati, che pensano solo alla propria posizione, ai propri interessi, a fare campagna elettorale a destra e manca” e, nello specifico, di “banditi graduati”. Inoltre lo stesso Sementa ha parlato di interessi nella gestione delle aree mercatali, del settore edilizio e del boicottaggio di un concorso per 50 nuovi maggiori. “Per le dichiarazioni riportate ed in considerazione che nel corpo della polizia municipale di Napoli gli unici ufficiali coni gradi elevati superiori a tenenti siamo noi – ha detto nel corso di una conferenza stampa il colonnello della polizia municipale Aldo Carriola – risulta manifestamente che il predetto comandante ha inteso riferirsi ai presenti. Le dichiarazioni rese sono altamente lesive nei nostri confronti tanto da aver procurato gravi danni all’immagine, all’onore per ui siamo stati costretti ad adire le competenti autorità”.
“Il Comandante della Municipale – afferma l’avvocato Angelo Pisani, Presidente dell’associazione NoiConsumatori.it – aveva l’obbligo di fare i nomi e di denunciare quello che sapeva alla Magistratura. E’ comprensibile che i maggiori ed i colonnelli si sentano diffamati. Infatti, anche se nell’intervista non sono riportati nomi e cognomi, appare chiaro che le persone a cui Sementa si riferisce non sono talmente numerose da poter generalizzare. Sono undici e quindi facilmente identificabili. I membri del Corpo dei vigili si sono sentiti accusati e diffamati direttamente ed hanno agito di conseguenza per la loro tutela. Le affermazioni del Comandante sono pesanti, a tal punto che non si possono spiegare genericamente. Invitiamo Sementa a fare i nomi o a chiedere scusa”