Caccia a conti e case all’estero. I truffati pronti a una class action
Le rogatorie alle Bahamas, in Gran Bretagna e Irlanda sono quasi pronte, ma non sono questi gli unici Paesi in cui i truffatori dei Parioli avrebbero investito le decine di milioni di euro incassate raggirando nobili e professionisti, calciatori e vip. Agli investigatori che danno la caccia al «tesoretto» di Gianfranco Lande e soci sarebbe sfuggita, finora, la destinazione di una parte dei guadagni dei broker, tra cui una casa a Parigi, dalle parti della stazione del metrò Pereire; un appartamento al Coral Bay di Sharm El Sheik; un conto corrente al Credit Agricole di Ginevra e un altro in Messico. Immobili e denaro potrebbero essere frutto della truffa che ha coinvolto 1.200 clienti. Fra questi i più ricchi, che hanno investito attorno ai cinque milioni di euro, sono Franco Gargani, Daniela Malpighi e l’ex calciatore Ruggiero Rizzitelli. Giovanni Calone, cioè Massimo Ranieri, è a quota un milione e 800 mila, mentre David Riondino ha consegnato al Madoff dei Parioli un milione e 300 mila euro. Nella lista c’è anche Anna Blefari Melazzi (poco più di un milione e 100 mila), ex ambasciatrice d’Italia in Polonia e zia di Diana Blefari Melazzi, la brigatista suicida in carcere. Un altro ex calciatore, Giovanni Stroppa, ha investito quasi un milione di euro, mentre i suoi colleghi Stefano Di Fiordo e Carlo Taldo hanno affidato ai promotori solo 14 mila euro, il primo, e 130 mila euro, l’altro. Nella famiglia Guzzanti, dopo Paolo e Sabina spunta anche Caterina (88 mila euro). E poi nell’elenco dei clienti compaiono Arturo Bianco (87 mila euro), fratello dell’ex ministro dell’Interno Enzo Bianco, e la giornalista Chantal Personè (188 mila). Fra i truffati alcuni, adesso, vorrebbero avviare una class action. Il paradosso è che proprio i 730 che avevano investito i soldi all’estero si sentono i più danneggiati. Perché, dopo aver pagato il cinque per cento di imposta per avvalersi dello scudo fiscale, non avrebbero recuperato nulla. O quasi. Infatti, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare a proposito di certe lettere sequestrate, «nel corpo delle missive veniva previsto il vincolo per il cliente di non richiedere la restituzione di una percentuale del capitale scudato, pari all’80 per cento o al 100 per cento dell’importo, per un periodo di 18, 24 o 36 mesi».
Il tribunale della libertà ha confermato il carcere per Roberto Torregiani, che sarà interrogato in settimana come gli altri quattro arrestati: oltre a Lande, Giampiero Castellacci di Villanova, Raffaella Raspi e il fratello Andrea. Lande, tra l’altro, dovrà spiegare perché ogni anno versava 600 mila euro a una società austriaca. E intanto un’altra finanziaria è finita nel mirino del procuratore aggiunto Nello Rossi: la Orconsult Capital Management, che vantava clienti prestigiosi (tra cui il Circolo Parioli) e che un anno fa è stata posta in liquidazione coatta amministrativa.