L’Irs lo aveva minacciato più volte: “scenderemo in piazza contro Equitalia”. Questa mattina (ieri – n.d.r.) la promessa si è realizzata con una grande manifestazione di protesta a Cagliari. Oltre mille persone sono arrivate nel capoluogo per denunciare i meccanismi di riscossione dell’ente che, come sostengono gli organizzatori, sta mettendo in ginocchio il sistema economico sardo. La mobilitazione, partita da Sassari alle 8, ha portato i manifestanti intorno alle 11 in viale Bonaria, davanti alla sede Equitalia Sardegna dove è stato chiesto un incontro con i rappresentanti della società di riscossione. I manifestanti, con il leader Gavino Sale in prima fila, sostengono che il sistema di riscossione è ingiusto e iniquo e chiedono la sospensione di tutte le procedure esecutive in atto (mobiliari e immobiliari) oltre che delle cartelle esattoriali per 24 mesi a tasso zero.
Irs, in particolare sollecita la revoca immediata delle ipoteche iscritte da Equitalia sulla prima casa e delle ganasce fiscali sui mezzi di lavoro, chiedendo il ricalcolo di ogni debito, cartella per cartella, del solo capitale iniziale, senza le sanzioni, sulla base di tassi legali. Il movimento chiede l’istituzione di un’agenzia delle entrate sarda e, infine, pretende che i debitori possano estinguere il debito con maggior tempo, anche in 30 anni. La protesta, oltre al movimento indipendentista fondato da Sale, ha raccolto l’adesione del movimento pastori sardi di Felice Floris e del gruppo “Artigiani Liberi” del Sulcis-Iglesiente. Secondo un recente rapporto pubblicato dalla stessa società di riscossione dei tributi, a fine 2010 erano circa 70mila le imprese sarde, su un totale 160mila attive nell’isola, con debiti da pagare a Equitalia, per un totale complessivo di oltre 3,5 miliardi di euro.