Calcio violento, ecco le nuove regole
Spirituale vicinanza alla consorte e ai figli” di Filippo Raciti, l’ispettore capo della Polizia di Stato ucciso venerdì 2 febbraio al termine della partita di calcio Catania-Palermo. L’ha espressa BENEDETTO XVI nel telegramma di cordoglio e di condanna della violenza nel mondo del calcio, inviato in occasione delle esequie all’arcivescovo di Catania, mons. Salvatore Gristina, tramite il segretario di Stato card. Tarcisio Bertone. “Informato della tragica uccisione dell’ispettore capo Filippo Raciti, il Sommo Pontefice – si legge nel testo – esprime la sua spirituale vicinanza alla consorte e ai figli della vittima come anche ai feriti e alla Polizia di Stato impegnata con altre forze dell’ordine al mantenimento della sicurezza dei cittadini. Nel ribadire la sua ferma condanna per ogni gesto di violenza che macchia il mondo del calcio, il Santo Padre ne esorta i protagonisti a promuovere con maggior determinazione il rispetto della legalità favorendo lealtà, solidarietà e sana competitività”. I funerali solenni, tenutisi lunedì 5 nella cattedrale di Catania all’interno del pontificale per la solennità della patrona della città, sant’Agata, hanno visto la presenza di migliaia di persone. FESTA CON MESTIZIA. Una festa con “i toni della mestizia” per la morte di Filippo Raciti, “fratello nella fede e servitore fedele e orgoglioso dello Stato”. Così si è espresso mons. PAOLO ROMEO, arcivescovo eletto di Palermo, alle esequie del poliziotto. Nell’omelia, mons. Romeo si è rivolto ai giovani, invitandoli ad “abbandonare ogni forma di disprezzo della vita” e “non cedere per nessuna ragione a presunti facili guadagni e a interessi materiali che inducono alla violenza, svilendo la dignità e il futuro”. “Lasciatevi piuttosto condurre – ha esortato – all’incontro personale con Gesù Cristo, a mettervi in attento ascol to della missione che il Signore ha voluto affidare a ognuno di voi”. “Voi siete il futuro di Catania, e non potete, né dovete permettere di esserne espropriati”. “Come il padre non ha abbandonato il figlio Gesù al potere della morte”, ha aggiunto mons. Romeo, “così non abbandona la famiglia Raciti, non abbandona questa città, non abbandona tutti coloro che fedelmente adempiono ai doveri connessi con gli impegni pubblici o privati assunti”. “Se è vero che nel nostro contesto sociopolitico a nessun cristiano viene chiesta l’effusione del sangue – ha concluso – non è tuttavia meno vero che di fronte alle molteplici difficoltà e anche nelle circostanze più ordinarie il cristiano è chiamato con la grazia di Dio invocata nella preghiera a un impegno talvolta eroico, sostenuto dalla virtù della fortezza”. IL CORDOGLIO DELLA CHIESA E DELLO STATO. Tra i messaggi di cordoglio giunti, il card. SALVATORE DE GIORGI, amministratore apostolico di Palermo, ha espresso, “anche a nome della Chiesa di Palermo”, “la partecipazione al dolore della città e della Chiesa sorella di Catania, ferite proprio nei giorni della festa di sant’Agata dai gesti insani e mostruosi di pochi delinquenti che disonorano la dignità umana e cristiana del popolo etneo”. Il porporato ha poi invocato la patrona di Catania, affinché vegli sulla sua città “perché cambi la mente e il cuore di quanti si fanno strumenti di violenza e di morte, e conceda a tutti i catanesi la grazia di vivere nella concordia civica attraverso la coerenza della fede e la testimonianza del Vangelo”. “Commossa partecipazione” al dolore della famiglia Raciti è giunta anche dal capo dello Stato, GIORGIO NAPOLITANO, che ha auspicato “decisioni severe e comportamenti conseguenti”. MESSE DI SUFFRAGIO. Diverse le cerimonie di suffragio che, in tutt’Italia, hanno reso omaggio al poliziotto caduto. “Un umile eroe che ha dato la vita per riportare l’ordine de lla ragionevolezza, della legge, dentro la realtà”, secondo l’arcivescovo di Bologna, card. CARLO CAFFARRA. “Siano sconfessati – ha ammonito il porporato – tutti quei profeti del nulla che confondono ed educano a confondere libertà e permissivismo, autoaffermazione ed individualismo, degradando la convivenza umana a conflitto di forze opposte, negando che esista un bene comune costituito dalla nostra stessa umanità”. IL RICORDO DELLA FAMIGLIA. “La sportività è una cosa bella, la violenza no, fa del male, troppo male, e non è un gesto maturo. Essere grandi si dimostra con il rispetto.” Così MARISA GRASSO, vedova dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti, si è rivolta “a quei ragazzi che immaturamente, stupidamente, scioccamente guardano con disprezzo e odio tutti coloro che portano una divisa”, parlando al termine della cerimonia funebre. “Mio marito era un educatore alla vita: vorrei – ha aggiunto – fosse un educatore anche nella morte, che questa morte possa portare veramente dei cambiamenti, che non ci sia nessun’altra famiglia a provare questo grande dolore”. Cambiamenti che sono stati chiesti anche dagli altri familiari e dai compagni di lavoro di Raciti. Infine, il commosso ricordo della figlia 15enne, FABIANA: “Senza di te la vita non sarà più facile, eri bravo in tutto, ma soprattutto nel fare il papà”. LE NUOVE REGOLE “Fare prestissimo”: è stata questa la parola d’ordine a Palazzo Chigi, nella riunione di lunedì 5 febbraio e nei contatti che l’avevano preceduta per preparare il consiglio dei ministri straordinario di mercoledì, quando il Governo varerà il decreto legge e un disegno di legge per contrastare la violenza nel calcio. Prodi da Lussemburgo si è tenuto in costante contatto con il sottosegretario Enrico Letta. Di sicuro, sono già al lavoro i tecnici dei ministeri interessati, l’Interno, la Giustizia, lo Sport. C’é ancora da sciogliere un nodo politico, quello del dl: sarà una legge delega o no? Nel primo caso, la formulazione dei principi della legge sarebbe molto più rapida, spetterebbe poi al governo il compito dei decreti attuativi. Nel secondo, i tempi di approvazione si allungherebbero. Per questo è possibile anche il doppio binario: parte della legge in delega, parte in norme dirette. Punto per punto ecco i passaggi dei due provvedimenti. DIVIETO STADIO PREVENTIVO, A PULIRE I BAGNI (nel decreto): cambia il famoso DASPO , l’interdizione dalla partita che finora colpiva chi si era reso colpevole di reati da stadio. Sarà svincolato da aspetti penali, basterà cioé una denuncia o un rapporto di polizia che segnali la pericolosità sociale. Così, l’interdizione riguarda anche i minori. Per evitare che la firma in questura tra primo e secondo tempo sia seguita da un viaggio allo stadio il Viminale pensa di impegnare i diffidati in lavori di pubblica utilità per tutta la partita: esempio citato da Amato, “pulire i bagni”. La diffida salirà, dai tre anni fino ai possibili 10, come in Inghilterra. ARRESTO IN DIFFERITA SALE A 48 ORE (dl): la polizia potrà arrestare in flagranza di reato differita fino a 48 ore chi è riconosciuto colpevole di un reato grazie a una foto o ad altri mezzi (riprese); cade la dizione “con altre prove”, che aveva sollevato dubbi di costituzionalità. TRASFERTE PIU’ CONTROLLATE, NO BLOCCHI BIGLIETTI (dl): sarà vietato alla società ospitante di cedere a quella ospitata per la vendita blocchi di biglietti: i tifosi che vorranno andare in trasferta dovranno comprare singolarmente, e nominativamente, i tagliandi. In sostanza, niente più torpedoni di ultras. SICUREZZA E STADI, NIENTE PIU’ PREZZO DEL POLLO (dl): basta al cosiddetto ‘prezzo del pollo’, ovvero quelle società che per aggirare il limite dei 10.000 posti entro il quale adeguarsi al decreto Pisanu dichiarano agibilità per 9.999 spettatori: la soglia entro la quale lo stadio deve essere a norma sicurezza (tornelli) sarà 6.500-7000 posti. STOP AGEVOLAZIONI A TIFOSI CHE PROPAGANDANO VIOLENZA (dl): sarà fatto divieto ai club di offrire agevolazioni ad associazioni di tifosi non in regola, o che propagandino con ogni mezzo la violenza. BASTA CON LA MALA INFORMAZIONE (dl): è il punto più delicato del decreto, i tecnici già sanno che sarà difficile tradurlo. Ma ci sarà l’obbligo di mettere in campo un’informazione adeguata e persuasiva contro quella di alcuni organi locali (il pensiero è alle radio) fautori dell’idea “avversario=nemico”. PENE PIU’ SEVERE ED AGGRAVANTI (disegno di legge): saranno inasprite le pene per chi detiene o per chi lancia oggetti contundenti o violenti. L’incremento sarà modulato anche per rendere inattaccabile l’arresto in flagranza differita. Introdotta l’aggravante specifica del danno alle forze dell’ordine STRISCIONI AL BANDO (ddl): è solo un’ipotesi, sulle tracce della ricetta spagnola dove sono vietate anche bandiere. E’ un punto che divide gli esperti, si vedrà in queste ore se introdurre il divieto di esposizione di striscioni di qualsiasi tipo. BASTA DEROGHE, STADI A NORME O PORTE CHIUSE (ddl): l’indicazione di prassi è già immediata, l’ha fornita Amato annunciando che d’ora in poi se lo stadio non è a norma si gioca a porte chiuse. Ma nel ddl ci saranno “misure immediate per l’applicazione e l’adattamento del decreto Pisanu” in materia di stadi. LA POLIZIA FUORI, GLI STEWARD DENTRO (ddl): sarà stabilito che l’ordine pubblico al di fuori degli impianti spetta, di norma, alle forze di pubblica sicurezza. Dentro, invece, ogni club dovrà avere una propria forza privata, i famosi steward, per controllare il pubblico. Sarà il Coni a formare e pagare l’istruzione di questi ‘agenti’. E IN FUTURO STADI DI PROPRIETA’ (ddl): il disegno di legge stabilirà un principio per gli anni avvenire. Le società di calcio potranno solo avere stadi di proprietà o in concessione pluriennale. La scheda SOLO 6 STADI A NORMA CON LEGGE PISANU Per ora si salvano in sei (Roma, Torino, Genova, Siena, Messina e Palermo), gli altri rischiano più o meno tutti. La stragrande maggioranza dell’esercito degli “illegali” ha finora agito grazie a deroghe al Decreto Pisanu. Sono tutte in fermento le società di calcio, attendono indicazioni chiare, ma se verrà confermata la linea del rigore assoluto saranno ben pochi a salvarsi. E non servirà più a molto l’escamotage di denunciare una capienza sotto i 10 mila spettatori, visto che il Governo sembra orientato a ridurre la soglia a 6.500. Tra i problemi più generalizzati quelli dell’installazione dei tornelli e gabbie prefiltraggio o la costruzione della sala del Gos (Gruppo operativo di sicurezza), con telecamere e quant’altro. Tra le squadra di serie A tra le situazioni più a rischio c’é Udine: lo stadio Friuli, privo di tornelli e video sorveglianza esterna, potrebbe oggi ospitare solamente 9.999 spettatori, l’Udinese ha invece 14 mila abbonati. Sull’adeguamento dello stadio e decreti Pisanu in questi mesi c’é stato un continuo rimpallo di responsabilità tra l’Udinese, affittuaria dell’impianto, e il Comune, proprietario dello stadio. Nel Veneto il Bentegodi è la struttura che maggiormente potrebbe venire penalizzata dalla conferma del Decreto Pisanu. Finora l’impianto, con una capienza di oltre 40 mila posti, ha potuto accogliere decine di migliaia di spettatori in virtù di una deroga concessa perché l’amministrazione ha già presentato un progetto esecutivo e un piano finanziario per l’installazione dei tornelli e per il cablaggio necessario per i lettori elettronici dei biglietti. A rischio chiusura invece Treviso e Vicenza: i loro stadi sono troppo in centro e dunque troppo pericolosi. In Toscana c’é una situazione di luci e ombre. Ad esempio a Firenze i lavori sono stati appaltati, ma lo stadio Artemio Franchi non potrà essere in regola prima del 30 giugno, ma il Comune è pronto anche ad abbreviare i tempi. Anche a Livorno si é giocato finora in deroga al decreto Pisanu, anche lì mancano i tornelli e il prefiltraggio alla curva nord. Anche a Empoli mancano i tornelli (oggi è iniziato il montaggio): in caso di ripresa immediata del campionato la società è pronta a chiedere di giocare con capienza ridotta. A Parma la situazione è quasi ok (i tornelli ci sono ma sono più bassi del dovuto, restano da attivare di posti di polizia all’interno). A Bologna, invece, per lo stadio Dall’Ara, che ha qualche adeguamento da fare, si prevede la messa a norma completa rispetto al decreto per il settembre 2007. Anche a Cagliari lo stadio Sant’Elia non si è completamente adeguato alle norme, ma molte cose già funzionano, solo all’ingresso i tornelli non sono stati ancora collegati al sistema telematico a causa del mancato allaccio alla linea a fibre ottiche. A Reggio Calabria invece non ci dovrebbero essere problemi. I lavori allo stadio sono quasi ultimati e manca solo alcuni dettagli: i tornelli sono già installati da un paio di mesi, così come la video-sorveglianza e la centrale che controlla le riprese. Manca solo un collegamento elettronico, ma tra domani e dopodomani anche questo problema potrebbe essere risolto. Ecco, in sintesi, la situazione stadio per stadio in relazione al decreto Pisanu. OLIMPICO DI ROMA – Di proprietà del Coni, è stato completamente adeguato nel febbraio 2006 alle norme antiviolenza con un investimento di 3,6 milioni di euro (spesa ripartita tra Coni Servizi, As Roma, e SS Lazio). FERRARIS DI GENOVA – Adeguato alle norme Pisanu alla fine del 2006 con oltre 4 milioni di spesa. Tra gli ultimi interventi, l’installazione di 11 telecamere e di 40 webcam sui tornelli. Al via corsi per 60 coordinatori che per conto della Sampdoria e del Genoa formeranno le squadre di sicurezza nello stadio. OLIMPICO DI TORINO – Un centinaio di telecamere, 26 doppi tornelli a tutta altezza controllati da 52 dispositivi, tutti i posti (25.442) sono a sedere, anche nelle curve. BARBERA DI PALERMO – 38 mila spettatori, è in regola con 60 tornelli all’ingresso, zona di prefiltraggi, telecamere a circuito chiuso, steward per l’entrata degli spettatori. SAN FILIPPO DI MESSINA – 40.200 posti, inaugurato nel 2004. Sistemati telecamere, tornelli e introdotti biglietti magnetici. ARTEMIO FRANCHI SIENA – Dichiarato conforme alle norme il 10 agosto 2006. L’unica anomalia, che peraltro non rientra tra le prescrizioni dei decreti Pisanu, è la capienza di 15.300 spettatori, inferiore ai 20mila previsti dalla Lega per serie A. MEAZZA DI MILANO – 82.955 posti. Sarà completamente a norma la prossima stagione: va completata l’installazione dei tornelli con la realizzazione della recinzione esterna. TARDINI DI PARMA – Tornelli, steward e biglietti uninominali già introdotti. Ma la Prefettura sta valutando la conformità della grandezza dei tornelli, che risulterebbero più bassi. MASSIMINO DI CATANIA – E’ lo stadio sotto sequestro dopo i violenti scontri durante i quali ha perso la vita l’ispettore Filippo Raciti. Non ha zone di prefiltraggio e non ha un efficace impianto di telecamere a circuito chiuso. PICCHI DI LIVORNO – Per adeguarsi alle norme Pisanu manca soltanto una cornice di accesso alle vie di sicurezza alle vie di accesso alla curva Nord. CASTELLANI DI EMPOLI – Mancano i tornelli, ma ci sono posti a sedere, steward e telecamere a circuito chiuso. La deroga scade il 30 giugno prossimo. FRANCHI DI FIRENZE – Anche qui si gioca in deroga al decreto Pisanu. Da completare, entro marzo, l’installazione dei tornelli, ci sono gli steward ma devono ancora cominciare i lavori per la sala del gruppo operativo di sicurezza. SANT’ELIA DI CAGLIARI – Ci sono le zone di prefiltraggio, l’impianto i telecamere, i varchi di accesso con i tornelli che, però, non sono stati ancora collegati al sistema telematico a causa del mancato allaccio alla linea a fibre ottiche. FRIULI DI UDINE – Primo in Italia a togliere le barriere tra pubblico e campo gioco, lo stadio già prevede l’utilizzo di biglietti nominativi. Mancano però i tornelli e l’impianto di videosorveglianza. GRANILLO DI REGGIO CALABRIA – I lavori di adeguamento sono a buon punto e – secondo il presidente della Reggina Lillo Foti – dovrebbero concludersi all’inizio del prossimo campionato. DEL DUCA DI ASCOLI – Installate le telecamere, e numerati i posti, i lavori vanno completati con tornelli e aree di prefiltraggio. ATLETI AZZURRI DI BERGAMO – 26.393 posti. Lo stadio funziona in regime di deroga. Funzionano i biglietti nominativi e gli steward. Manca la recinzione esterna e da completare l’installazione dei tornelli. BENTEGODI DI VERONA. Non è a norma per la mancanza dei tornelli, dei cancelli per l’accesso controllato degli spettatori e dell’anello esterno.