Con Sentenza n. 35149 del 10/9/09, la Cassazione ha cambiato il suo orientamento rispetto al passato affermando che gli errori procedurali del difensore non possono in nessun modo pregiudicare il diritto di difesa dell’assistito. Infatti, secondo la Consulta, se l’avvocato per mancata conoscenza delle regole del processo, non impugna entro i termini di legge, il giudice dovrà concedere all’assistito e al suo nuovo difensore una restituzione in termini. Nel caso di specie, la Cassazione ha accolto con rinvio il ricorso di un uomo imputato di maltrattamenti in famiglia, inizialmente difeso da un legale che aveva proposto appello tardivamente perché non conosceva i termini entro i quali impugnare. Infatti, la sesta Sezione penale della Consulta, ha rinviato tutti gli atti processuali alla Corte di Appello di Genova affinché decida se applicare o meno la restituzione in termini. “ Non può condividersi”, spiega la Corte, “quella parte della giurisprudenza secondo cui il mancato o inesatto adempimento da parte del difensore di fiducia dell’incarico di proporre impugnazione, a qualsiasi causa ascrivibile, non è idoneo a realizzare l’ipotesi del caso fortuito o della forza maggiore la restituzione del termine”.
Secondo il nuovo orientamento, è vero che è onere dell’imputato scegliere un legale professionalmente valido e osservare sul corretto espletamento dell’incarico, ma è altrettanto vero che l’assistito non è fornito di quel bagaglio tecnico di conoscenza necessario per effettuare ciò! Di conseguenza, l’errore dell’avvocato “ignorante” non può assolutamente pregiudicare il diritto alla difesa del cliente. Sarà la Corte d’appello di Genova, che in precedenza aveva negato all’imputato ogni altra chance, a pronunciarsi sul caso in esame.
Ciò avverrà alla luce dei nuovi principi enunciati dai Consiglieri della Cassazione secondo cui, anche nell’ipotesi di “marchiana ignoranza di regole basilari in tema di decorrenza dei termini d’impugnazione”, è garantita all’assistito un’altra opportunità.