Campania. Lo sversamento incontrollato deI rifiuti aumenta il rischio di tumori
ASSISE DELLA CITTÀ DI NAPOLI
E DEL MEZZOGIORNO D’ITALIA
PALAZZO MARIGLIANO 2006
Sede: Palazzo Serra di Cassano c/o Istituto Italiano per gli studi filosofici, via Monte di Dio 14 – 80132 Napoli
segreteria: P.zza Santa Maria degli Angeli 1, 80132 Napoli tel. 081.2452183
Il Difensore civico designato per i rifiuti
Napoli 10 luglio 2006
Sig. Procuratore della Repubblica
NAPOLI
Oggetto: incremento dei tumori da sversamento incontrollato di rifiuti tossici in Campania
Il presente esposto fa seguito all’incontro che Ella ha voluto concedere il 4 maggio u.s. al Difensore
civico nelle persone designate dall’Assise di Palazzo Marigliano dopo le relazioni e gli interventi
svoltisi sull’argomento in quella sede.
Prima ancora il prof. Giuseppe Comella, direttore di Oncologia Medica dell’Istituto per i tumori
Pascale di Napoli, in un paginone dedicato su La Repubblica e il Corriere della sera a tale problema
e riportato nella relazione che si allega, aveva confermato il rapporto di causalità fra lo sversamento
dei rifiuti tossici quasi sempre provenienti dalle industrie del Centro-Nord e l’incremento dei
tumori. Rapporto, invero, già evidenziato dai competenti organismi tecnici e clamorosamente
divulgato dalla stampa internazionale e nazionale (cfr. rassegna stampa minima allegata).
La dilagante invasione di tali scorie tossiche nel territorio campano con i sopraccennati effetti
devastanti sulla salute delle persone non è contrastata dai controlli che pure dovrebbero essere
attivati dagli organi di vigilanza. La cui assenza è tanto più evidente ove si consideri che codesti
rifiuti sono trasportati e introdotti a bordo di automezzi ingombranti. Questi pertanto potrebbero
essere intercettati e controllati nel loro carico senza la benché minima difficoltà da parte della
polizia di sicurezza con l’impiego anche dell’appropriata strumentazione tecnica in dotazione.
Come è del resto preciso obbligo di tali organi con le conseguenti responsabilità anche penali in
caso di inadempienza, derivando dalla loro inerzia la compromissione della salute dei cittadini (artt.
328, comma 1, 40, 110 e 113 c.p. in rif. ai reati, anche colposi, contro la salute pubblica e contro la
persona, quelli di falso, di associazione per delinquere, quelli previsti dal d.lgs. n. 22/97 e succ.
mod.), come evidenziato da ultimo nell’intervento del Presidente della Repubblica e del Presidente
del Consiglio, che, in una situazione analoga in cui emergeva l’omessa vigilanza, stavolta, sulla
sicurezza delle persone, di cui sempre all’art. 328 comma I c.p., – il recentissimo incendio che ha
causato la morte di due operaie di una fabbrica operante senza autorizzazione di sorta –
appropriatamente hanno invitato l’A.G. a “punire chi non ha vigilato” (Corriere della sera dell’8
luglio u.s., che si allega).
Poiché i rifiuti tossici vengono notoriamente fatti passare quali rifiuti innocui dai trasportatori
grazie alla scontata falsa documentazione di accompagnamento, l’azione, cui gli organi di vigilanza
sono tenuti, non va confusa con le mere raccomandazioni contenute nei patti, ordinanze, protocolli
di intesa e altri atti e documenti amministrativi. Il controllo consiste, infatti, nell’accertamento –
tempestivo, penetrante e anche tecnico all’occorrenza, attivato con precisi ordini di servizio – della
natura del rifiuto; e, nel caso di un provvedimento o un accordo a monte, consiste nel garantirsi, in
relazione alla vera natura dei rifiuti in transito, la puntuale attuazione di tale atto da parte degli
stessi soggetti che lo hanno adottato. Come dovrebbe avvenire nel caso appunto dell’ordinanza
(allegata) della Regione Campania del 4/3/2006 che disciplina l’ingresso dei rifiuti speciali
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recuperabili. O nel caso del “Patto di legalità per l’ambiente”, citato dall’ultima relazione della
Commissione parlamentare bicamerale di inchiesta per i rifiuti, con cui, il 30 maggio 2003, i
comuni firmatari della provincia di Napoli avevano preso precisi impegni di prevenzione e di
monitoraggio a presidio dei rispettivi territori. Dove però, ad onta di tali impegni, in questi ultimi
anni l’ammassarsi dei rifiuti tossici è valso alla relativa area, da parte della stampa internazionale e
nazionale, la triste denominazione di “triangolo della morte”.
Si chiede pertanto a codesta Procura, a cominciare dai casi ora accennati e senza escludere ogni
altra iniziativa reputata opportuna, di volere intanto investigare quali effettivi controlli siano stati
effettuati sulla natura dei rifiuti in transito e, in caso di inerzia, chiamare i responsabili a rendere
conto della loro mancata opera di contrasto dell’introduzione dei rifiuti tossici sversati sui territori
da essi rappresentati.
Il Presidente
Raffaele Raimondi