Camusso: rischio mezzo milione italiani resti senza Cig
I fondi per finanziare la cassa integrazione sono agli sgoccioli e mezzo milione di lavoratori rischia di non poter più avere neppure il ‘salvagente’ della cassa. Alcune regioni non riusciranno ad arrivare a giugno. A lanciare l’allarme, su un tema sul quale si discute da settimane, è il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, nel corso de ‘L’intervistà di Maria Latella su Sky, durante la quale ‘chiama’ Cisl e Uil a lavorare per una grande iniziativa unitaria che abbia al centro i mille problemi del lavoro.
“C’è il rischio”, dice Camusso, che 500.000 lavoratori possano restare senza cassa integrazione. “In qualche regione – aggiunge – siamo già arrivati all’esaurimento dei fondi. Non è neanche detto che in alcune regioni si arrivi fino a giugno”. I numeri di oggi non sono numeri veri – secondo il leader della Cgil – “perché sta moltiplicandosi la domanda di cig in deroga. Purtroppo i primi mesi del 2013 hanno determinato un’ulteriore accelerazione della crisi e della difficoltà”. Le risorse “bisogna trovarle, non solo per proteggere il reddito di quei lavoratori, ma per evitare che ci sia un’ulteriore spirale di avvitamento sulla riduzione dei consumi e quindi un’ulteriore riduzione della base produttiva di questo paese che si è già ridotta consistentemente”. E se il ministro dell’Economia Vittorio Grilli ha rassicurato sui fondi per la cig, allora – ribatte Camusso dal TG3 – “non resta che stanziarli”.
Ma l’allarme della numero uno di Corso d’Italia trova indiretta conferma dallo stesso ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che in un’intervista a ‘Il Mattino’ ricorda di aver segnalato “sia al collega Grilli che al premier Monti che per il 2013 bisognerà trovare le risorse che mancano alla copertura totale della cig in deroga”. Proprio il premier però, intervenendo oggi a ‘Che tempo che fa’, punta parzialmente il dito anche contro imprese e sindacati, pur salutando favorevolmente il possibile ‘patto dei produttori’ lanciato a Torino. “Se l’Italia non cresce – dice – ciò è dovuto a lacune della politica, ma moltissimo anche a sindacati e imprese”, che “devono cambiare e non possono chiamarsi fuori”. E aggiunge: “mi fa piacere che ora sindacati e Confindustria prendano posizioni comuni. Ho dedicato buona parte del 2012 a ottenere questo”.
Un quadro economico che preoccupa fortemente e che, secondo Camusso, deve spingere il mondo sindacale a fare quadrato sui temi del lavoro, mettendosi alle spalle e superando la “stagione delle grandi divisioni”. Un concetto già espresso ieri al convegno torinese della Piccola di Confindustria. “Cgil, Cisl e Uil – propone Camusso – hanno il problema di mobilitarsi e dare voce al lavoro, di riunificare le tante disperazioni. Bisogna lavorare per una grande iniziativa di Cgil Cisl e Uil”.
Una delle grandi “emergenze” è “non diminuire posti di lavoro”, ma bisogna anche ricominciare “a parlare di istruzione e ricerca”, perché “siamo un paese industriale e se perdiamo la nostra capacità industriale non abbiamo un’altra economia possibile”. Serve il coraggio “di dire: alte retribuzioni, pensioni d’oro si paghino con i titoli di Stato e non in denaro. Se vogliamo discutere di fisco e redistribuzione del lavoro e protezione dei redditi, bisogna decidere che si sposta la tassazione sui patrimoni e sulle rendite: da lì si trovano risorse”. Infine, Camusso, uno sguardo lo lancia anche alla corsa al Colle. Se venisse eletta la prima domma Presidente della Repubblica lei sarebbe “certamente contenta”, perché “sarebbe una straordinaria novità”. Le donne – dice – hanno “assolutamente una marcia in più e la capacità di essere concrete e con i piedi per terra nel vedere i problemi e immaginarsi dove si vuole andare”.
Fonte: www.ansa.it