CANONE RAI IN BOLLETTA – COME DIFENDERSI DALLA RICHIESTA DI ARRETRATI
La domanda circola a mezza bocca nelle case degli italiani ed è riecheggiata più volte anche durante i cenoni familiari delle festività: con l’arrivo del canone Rai nella bolletta elettrica dal 1 gennaio, potranno essere richiesti anche gli arretrati dell’odioso balzello sulla tv di Stato? Secondo non pochi esperti, infatti, il
pagamento del canone, fin dalla prossima bolletta elettrica saldata regolarmente, se precedentemente non si era in regola con la Rai, equivale ad una ammissione di colpa per evasione, con
relativa multa da pagare. In sostanza, il pagamento della fattura
elettrica “maggiorata” potrebbe essere considerato come una sorta di tacita ammissione
del possesso del televisore anche per gli anni precedenti e la Rai potrebbe richiedere il pagamento di tutti gli arretrati del canone, salvo la
prescrizione per quelli scaduti da oltre 10 anni.E il pericolo potrebbe anche essere la sanzione per l’omesso versamento, pari a cinque volte il canone
stesso. Gli stessi esperti hanno fatto un po’ di conti: in tal caso si pagherebbero 100 euro all’anno per 10 anni,
il tutto moltiplicato per 5 che sarebbe la penale: quindi più di 5000 euro da
pagare tutti in una volta per coloro che non avevano mai pagato l’abbonamento alla Rai.
Il canone Rai in bolletta, introdotto con la Legge di Stabilità, non
costituirebbe alcuna sanatoria per il passato. E la rabbia dei consumatori sale. «Ricordiamo al governo – tuona l’avvocato Angelo Pisani, presidente di NOI CONSUMATORI – che non siamo più, e da un pezzo, al tempo delle signorine buonasera, quando esistevano solo i canali Rai e, per giunta, erano ancora fantascienza il web, i pc e gli smartphone. Oggi – rincara la dose il presidente Pisani – con la rivoluzione delle tecnologie, la fruizione di programmi televisivi ha reso marginale e tutt’altro che indispensabile il ruolo della Rai a pagamento, così come da abolire totalmente è il canone, vista anche la massa di pubblicità raccolta dal colosso tv di Stato, con relativi introiti stramilionari, che rendono ancor più ingiustificata quella ennesima tassa a carico degli italiani».
Che fare, allora, per frenare le pretese del fisco sui canoni arretrati? L’unica strada potrebbe essere quella di dimostrare, con fattura, ricevuta o scontrino alla mano,
di possedere la tv soltanto dal 2016, altrimenti si sarà costretti a pagare arretrati, sanzioni e interessi senza nessun condono tombale o agevolazione, com’è stato
più volte ribadito dal governo. Questo tuttavia potrebbe non bastare,
poiché lo stesso contribuente poteva essere stato in possesso di
altri apparecchi precedentemente acquistati.
Non sarà comunque facile per il fisco procedere alle verifiche casa per casa. E molto dipenderà, in una situazione tuttora confusa, da come saranno capaci di muoversi le associazioni in difesa degli italiani. NOI CONSUMATORI è già in campo e sta raccogliendo adesioni per un contrasto di massa alla assurda e anacronistica decisione del governo, anche al fine di denunciare una norma che di fatto ha valore retroattivo e penalizza i cittadini.