Capri e Ischia, ritardi su trattamento acque reflue. Pisani: “Vogliamo conoscere le motivazioni e i provvedimenti che si intendono adottare”
Capri e Ischia infrangono la normativa europea sul trattamento delle acque inquinate. Le due perle del Golfo di Napoli appaiono nella lista delle 178 città che non si sono adeguate alla direttiva 91/271/CEE ovvero la normativa relativa al convogliamento ed allo smaltimento delle acque reflue nei centri urbani con oltre 15mila abitanti del 1991.
” Vorremmo capire le motivazioni che hanno portato le due isole campane ed, in generale, gran parte delle città italiane a questo clamoroso ritardo – spiega l’avv. Angelo Pisani, Presidente Nazionale dell’associozione NoiConsumatori.it -. Il problema delle acque reflue rappresenta una grossa piaga per la Campania. Si pensi all’ultimo scandalo dell’inquinamento, quello dei Regi Lagni che ha provocato un vero e proprio disastro ambientale. Ma oltre al danno provocato all’ambiente, il mancato trattamento delle acque comporta un alto rischio per la salute pubblica. Infatti le acque inquinate che non vengono trattate e depurate causano contaminazioni di virus e batteri determinandlo, quindi, rischi dal punto di vista sanitario. Stefania Prestigiacomo, il Ministro dell’ Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in questa spiacevole situazione ha due doveri nei confronti dei cittadini italiani: il primo è di fornire motivazioni plausibili che giustifichino questo ritardo tutto italiano nell’adeguamento alla normativa 91/271/CEE e che mette a rischio la salute dell’intera comunità mentre il secondo è relativo al rendere pubbliche eventuali soluzioni e provvedimenti per sanare il vergognoso inadempimento alla direttiva e non far condannare il Paese dall’UE “