Carcere per le botte all’amante: per la Cassazione è maltrattamento in famiglia
Custodia cautelare in carcere per il reato di maltrattamenti in famiglia per chi picchia l’amante. La caratteristica di relazione stabile, tipica di alcuni rapporti extraconiugali, ha indotto la Corte di Cassazione a estendere il reato di maltrattamento in famiglia, e la conseguente pena, anche a una relazione adulterina. Gli ermellini hanno confermato la custodia in carcere, applicata dal tribunale di Messina, nei confronti di un uomo che aveva malmenato la sua amante procurandogli volontariamente delle lesioni. L’uomo si era difeso affermando che la relazione non sarebbe mai sfociata in uno stabile rapporto Secondo la difesa del fedigrafo manesco non esistevano i presupposti del reato di maltrattamenti in famiglia. Il suo assistito, infatti, conviveva con la moglie e i figli nell’abitazione coniugale e la sua relazione non sarebbe mai sfociata in «uno stabile rapporto di comunità familiare», tale da determinare quei reciproci rapporti e obblighi di solidarietà e assistenza che sono elementi costitutivi del delitto contestato. Per i giudici è rilevante la stabilità del rapporto extraconiugale. Di parere diverso i giudici di piazza Cavour, secondo i quali il carattere di stabilità del rapporto extraconiugale è rilevante nell’attribuzione del reato.