Aumenti, la vita sempre più difficile del consumatore italiano. Adesso anche mettere al mondo un bambino costa di più. Il lieto evento che si trasforma nell’ennesima stangata. Il calcolo arriva da Federconsumatori che ha effettuato un’indagine a livello nazionale sugli aumenti delle spese per mantenere un bambino nel primo anno di vita. Le cifre sono da capogiro: si va da un costo minimo complessivo di 6.119 euro ad un massimo di 13.486, con un aumento rispetto al 2010, rispettivamente del 5% e del 4%. Nello specifici i rincari si riferiscono a beni di consumo primari come latte, le pappe o i pannolini. Ad esempio per i pannolini bisogna mettere in conto fra i 600 e i 990 euro l’anno (in aumento del 3% rispetto al 2010), per pappe e latte si spende tra 1.458 e 3.250 euro. Nel mirino degli aumenti finiscono anche i biberon che costano da 28 a 44 euro e lo sterilizzatore: lo scorso anno il prezzo variava tra i 47 e i 79 euro mentre oggi per acquistarlo sono necessari dai 49 agli 86 euro. Si contano sostanziosi aumenti pure per le culle, passeggini, sdraiette, ciucciotti e persino per il bagnetto che costa tra i 29 e gli 89 euro mentre nel 2010 costava tra i 24 e i 75 euro.
Boom anche per le visite mediche, “Purtroppo – sottolinea Federconsumatori – i dati confermano che raramente i medici del Servizio sanitario nazionale fanno visite a domicilio e così i genitori sono per lo più costretti a chiamare pediatri privati il che equivale a spese molto ingenti, mai inferiori a 125 euro”.
“Anche avere un figlio oggi è diventato un problema – afferma l’avvocato Angelo Pisani, Presidente dell’associazione NoiConsumatori.it – . Considerando il lavoro precario e gli aumenti su tutti prodotti di prima necessità, come possono le famiglie affrontare anche questa stangata? Inoltre bisogna tenere in considerazione anche i costi proibitivi degli asili nido e delle baby-sitter per cui i genitori, tra enormi salti mortali per far quadrare i conti a fine mese, preferiscono affidare i loro bimbi a nonni e parenti accordandosi con turni e buchi di tempo libero”.
“E pensare – continua Pisani – che il Governo ha fornito misure di sostegno per le famiglie con bebè. Ma diversamente dal passato, quest’anno queste misure prevedono un finanziamento di 5mila euro da rimborsare nell’arco di 5 anni. Un prestito a tutti gli effetti contro il contributo a fondo perduto degli anni scorsi. Chiediamo al Governo di ripristinare nuovamente i bonus a fondo perduto. Solo in questo modo si viene realmente incontro alle famiglie italiane. Sbagliato è invece sottoporle ad ulteriori spese!”