Caro mutui, arriva il tetto alle rate
Un tetto alle rate dei mutui a tasso variabile per le famiglie più povere, il nuovo Piano Casa rafforzato, maggiore possibilità di trattativa privata sugli appalti pubblici e accelerazione delle grandi opere, credito d’imposta per le assunzioni al Sud, ma non solo. Il decreto per lo sviluppo sarà approvato domani, come ha confermato ieri sera il premier Silvio Berlusconi al termine di un incontro con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Secondo il ministro Renato Brunetta la manovra vale tra 10 e 12 miliardi di minori costi burocratici per le imprese. C’è anche un pacchetto consistente di misure fiscali a favore dei cittadini e delle imprese, a cominciare dalla possibilità di interrompere l’esecutività degli accertamenti, e di conseguenza il pagamento del 50% della maggiore imposta, con un ricorso alla Commissione tributaria provinciale.
L’esecutività immediata dell’accertamento fiscale doveva scattare dal primo luglio, ma con il decreto sarebbe sostanzialmente mitigata. I contribuenti potranno infatti chiedere una sospensione di 60 giorni alla Commissione tributaria, guadagnando anche una sorta di corsia preferenziale per il giudizio di merito. Con il decreto, inoltre, verrebbe cancellata la sanzione amministrativa del 30% sui versamenti omessi, ritardati o incompleti dovuti al fisco in seguito agli accertamenti. Per le imprese è previsto un aumento della soglia di fatturato per l’accesso alla contabilità semplificata: si passerebbe da circa 300 a 4-500 mila euro per le imprese dei servizi e da 500 a 6-700 mila euro per le manifatture. Le imprese straniere che scelgono di stabilirsi in Italia, inoltre, potranno scegliere di essere tassate secondo il regime fiscale europeo più conveniente in modo permanente, e non più per soli tre anni.
Le misure per scongiurare il prevedibile rincaro delle rate dei mutui a tasso variabile riguarderanno solo le famiglie più deboli, quelle con un «Isee» (indicatore del reddito fornito dall’Inps) non superiore a 30 mila euro, ed i mutui di valore non superiore ai 150 mila euro. Il decreto prevede che, su richiesta del contraente, sia posto un tetto massimo («cap») al tasso variabile del mutuo, che sarebbe assistito da una forma di garanzia pubblica. Si arriverà anche alla ridefinizione del tasso di usura oltre il quale le banche non possono prestare denaro, talmente basso (oggi è circa il 4%) da tagliare fuori dal mercato del credito una folta platea di imprese.
Confermati il credito d’imposta del 90% e la deducibilità dei costi per le aziende che commissionano la ricerca alle Università, con il decreto dovrebbe arrivare anche il credito d’imposta per le assunzioni a tempo determinato nelle regioni svantaggiate del Mezzogiorno. Al via anche il nuovo regime per i distretti turistico balneari, con agevolazioni fiscali per l’aggregazione delle attività esistenti o di nuova realizzazione.
Cambiano anche le norme sugli appalti pubblici, con l’aumento da 500 mila a un milione di euro della soglia per la trattativa privata, e le grandi opere. Saranno posti dei limiti sia alle riserve (che fanno lievitare i costi), che alle compensazioni alle amministrazioni locali, mentre saranno eliminati gli arbitrati e, per evitare il blocco dei cantieri, sarà posto un freno alle liti giudiziarie «temerarie». E sempre in tema giudiziario il decreto dovrebbe intervenire con una serie di norme per favorire lo smaltimento dell’enorme arretrato delle cause civili.
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