Carovita e poteri forti.
Il caro vita è l’effetto di non solo del mal governo e di speculazioni commerciali, ma anche delle pretese e sistemi di riscossione tributi che insieme la caro mutui impoveriscono i cittadini e impediscono alle famiglie di far quadrare i conti mensili a tutto vantaggio dei poteri forti .
Si chiamano “fermi amministrativi, ipoteche sugli immobili e pignoramenti dello stipendio o conto corrente bancario sono le procedure espropriative dello stato o meglio delle banche, lo strumento di riscossione delle cartelle esattoriali, purtroppo anche di quei milioni di cartelle più note come “cartelle pazze” ” e somigliano a un terremoto che sta scuotendo il Paese da nord al sud.
Il potere assoluto ed i privilegi nell’azione di recupero dei crediti dello Stato è previsto da una vecchia legge del 1973, il DPR 602, quando ancora non esistevano i computer e non s’immaginava che telematicamente ( cosi’ si bloccano oggi milioni di auto al p.r.a. e si ipotecano milioni di case alla conservatoria all’insaputa dei contribuenti) i concessionari ossia le banche potevano “sequestrare” tutti gli italiani in pochi minuti . Tecnicamente poi con un decreto legge prima del Governo Prodi/Visco 1999, poi del governo Berlusconi datato 2005 e in ultimo del governo Prodi /Bersani, con l’ausilio operativo dell’Agenzia dell’Entrate, la vecchia legge del 1973 è stata riaffilata per pungere i contribuenti .
Nella pratica è un incubo, per la sproporzione degli strumenti “telematici e persecutori” della riscossione affidata alle banche e la violazione dei diritti costituzionali (proprietà, lavoro,privacy, sviluppo, casa) e principalmente di difesa del contribuente (soprattutto per le differenze tra i tempi di riscossione e annosi tempi processuali di tutela), e scoppiato nel luglio dello scorso anno, – nonostante la severa bocciatura delle ganasce fiscali – fermo amministrativo nel 2004 da parte del Consiglio di Stato – e che sta crescendo esponenzialmente, seminando milioni di vittime, spesso del tutto ignare di quanto pende sul loro capo e degli interessi che maturano ogni giorno in loro danno .
Circa 5 milioni, per essere precisi i contribuenti italiani alle prese con gli strumenti della riscossione e debitori delle rispettive banche concessionarie . Le conseguenze di un debito o presunta obbligazione con la Pubblica Amministrazione (anche se la legge del 1973 prevedeva privilegi solo per i crediti esclusivi dello Stato centrale) sono varie e micidiali : fermo amministrativo dell’auto, ipoteca e messa in vendita della casa a valore catastale e non di mercato, fino al pignoramento del quinto dello stipendio e/o del conto in banca. Quando il provvedimento fu varato in tandem da Visco e Tremonti, in molti lo salutarono come la panacea anti-evasori. In realtà il meccanismo perverso anche detto “ delle ganasce fiscali” colpisce soprattutto la minutaglia: una multa dimenticata, un piccolo errore sulla dichiarazione dei redditi, la tassa dell’immondizia o il bollo del motorino sepolti in un cassetto, spesso tutti presunti crediti inserirti in bilancio dai comuni per far quadrare conti. O peggio: tributi già pagati o sospesi, multe e sanzioni già annullate con sentenze passate in giudicato, anche crediti super prescritti o ampiamente contestati che risaltano fuori dal nulla e di cui le sesse concessionarie non conoscono i termini e date delle notifiche come nel caso della famosa GESTline . Tutte queste pretese si trasformano in un incubo, spesso vissuto in file infernali davanti alle sedi dei concessionari della riscossione. Cartelle pazze, insomma, che fanno panna e anche sostanza se il “pollo” casca nella rete, come il più delle volte capita perché il cittadino, anche se ha ragione, terrorizzato e stanco cede e paga .
Perché pur di recuperare il credito, la società di riscossione – che oggi fa capo a Equitalia Spa, un mix tra Agenzia delle Entrate e Inps, ma soprattutto di banche di ogni genere e divise per ogni territorio- non usa mezze misure e telepaticamente ogni mese lancia i suoi attacchi . Così ci si può trovare un’ipoteca sulla casa anche per un debito di 264 euro mai notificato, nonostante la legge preveda un limite di 8000,00 euro, regola non rispettata dai concessionari . Il contribuente diventa vittima di una procedura espropriativa della riscossione anche per pretese notificate, secondo l’agente riscossore, attraverso posta prioritaria, anche se il cittadino non è stato rintracciato, non ha firmato la missiva e magari ha pure cambiato indirizzi, città o Nazione. Ed è questo il peggio: il guaio, a volte anche la vendita della propria casa, si scopre quando il meccanismo perverso è già in essere e risulta inarrestabile per un confusa e lenta giurisprudenza in materia. Si scopre per caso: il notaio non ti stipula un atto di compravendita o la banca non ti concede un prestito o casi simili. E nello stesso modo si viene a conoscenza del conto corrente “congelato”: si stacca un assegno coperto e in perfetta buona fede ci si trova protestati. Semplice, no? Così semplice che Attilio Befera, amministratore delegato di Equitalia Spa – ex Riscossione Spa – non esita a dichiarare che «le ganasce fiscali funzionano. Il 30% dei cittadini paga subito». Subito e cifre pazzesche anche perché gli interessi applicati dai recuperatori sono da scandalo e vengono calcolati in maniera anatoscistica, alla faccia di qualunque regola di mercato e pubblicità antiusura dello stesso stato italiano, oltre il 10 % l’anno . Non basta: agli interessi vanno aggiunti i tassi di mora, i compensi e le spese di spedizione, l’incomodo insomma per Equitalia e partners . Incomodo che paghiamo noi, ovviamente. Costo di estinzione di un’ipoteca da 264 euro sulla prima casa? Ben 596 euro. E se i soldi non ci sono, fatti nostri. Le finanziarie non prestano soldi a un ipotecato. Così, col benestare dello Stato, si rischia di finire nel giro dell’usura per una multa presumibilmente nonn pagata anche dieci anni prima . Altrimenti la casa finisce all’asta o ti becchi la punizione del giorno . E tutto questo accade mentre il Governo pensa di mettere a disposizione dei cittadini una parte del Tesoretto per l’emergenza abitativa. Paradossale e vergognoso insieme. E mentre il Centro Studi dell’Agenzie delle Entrate festeggia gli introiti record da accertamento e controllo – 984 milioni di euro in tre mesi con una crescita del 44,9%. – c’è chi si trova in mezzo a una strada anche per colpa di una cartella pazza. Uno scandalo senza precedenti in un paese che si definisce democrazia, la denuncia da oltre tre anni è portata avanti da un comitato vittime della Gestline e dal suo avvocato napoletano, Angelo Pisani, Presidente di Noiconsumatori.it, la prima associazione di consumatori in lotta con i sistemi disumani e medievali della riscossione che chiede l’intervento della Corte Europea dei diritti dell’Uomo, cui il legale ha denunciato il paradosso tutto italiano : i concessionari si fanno le cartelle, loro si fanno (forse) le notifiche e sempre loro si fanno le esecuzioni e gli incassi (tutto a spese dei cittadini)…senza nessun controllo alla faccia della divisione dei poteri e della trasparenza e legalità !
Si chiamano Gerit, Gestline, Soget, Sem, Sestri e simili, tutte società legate a grandi gruppi bancari interessatissimi alla materia . Sono gli agenti riscossori della Equitalia, la società che per conto delle amministrazioni locali recupera tutti i tipi di crediti risultanti nei data base . Per notificare il “dovuto” gli agenti si servono normalmente di una lettera, di un notificatore stagionale o di agenzie private di recapito posta, sulla vera regolarità ed esistenza delle notifiche ci sono molti dubbi ma la macchina della riscossione avanza lo stesso .Anche nel caso la notifica delal cartella o dell’ipoteca non arriva nelle mani dell’interessato, la pratica e l’esecuzione vanno avanti spedite fino a travolgere il contribuente e la sua famiglia. Come fa, allora, il cittadino a conoscere la propria posizione tributaria per evitare sorprese amarissime? Deve recarsi negli Uffici dell’ esattoria, almeno quella della città dove vive o ha vissuto più tempo, e chiedere – dopo file strazianti e con documento d’identità e codice fiscale alla mano – la propria posizione. La cartella è più o meno indecifrabile ma almeno secondala cifra totale indicata in basso mette in allarme, prima dei canonici 30 o 60 giorni a secondo della pretesa, che servono a ricorrere contro una notifica di cartella esattoriale.
come difendersi
Da che sono scattate le cosiddette ganasce fiscali, tutti i movimenti in difesa dei consumatori sono scesi in campo. L’indulto di Mastella ha condonato le pene pecuniarie dei delinquenti, ma i contribuenti sono stati lasciati in pasto ai riscossori anche per piccoli e presunti debiti tuona il difensore dei contribuenti . Lui, l’avvocato napoletano Angelo Pisani di “Noi Consumatori.it” (www.noiconsumatori.org) è tra i più agguerriti ed il primo che ha fatto condannare oltre cento volte la concessionaria di riscossione – Gestline ed altre . In Campania sta già raccogliendo le firme, a superato le 100mila adesioni, per chiedere al governo di modificare la legge sulla riscossione ed adeguarla ai principi costituzionali e con tremila famiglie «con la casa ipotecata per una multa o un’altra pretesa inesistente e prescritta » è sceso in piazza per chiedere il rispetto della legalità . La prossima manifestazione – mobilitazione popolare contro l’impoverimento e la persecuzione dei cittadini è già indetta per il 1° giugno ore 10,00 a Napoli davanti alla sede della GESTline con partecipanti da tutt’italia si prevedono oltre 50 mila persone . «È una vergogna – dice – così si mette il Paese in ginocchio e si mina la fiducia tra contribuente e fisco». Per settembre prevede, inoltre, il picco del “sisma”: «saremo invasi non solo da cartelle pazze, ma da milioni di procedure espropriative prive di ogni controllo e trasparenza . Bisogna organizzarsi e riconquistare almeno la dignità che cercano di toglierci». Ma come difendersi in un campo nuovissimo dove gli stessi magistrati, anche alla luce di una legge palesemente incostituzionale che lascia pochi margini di difesa, si nascondono dietro difetti di giurisdizione e competenza o spesso non sanno che pesci prendere, mentre i provvedimenti dei concessionari sono tutti illegittimi perché violano perfino lo Statuto del contribuente non indicando termini e organi- autorità presso cui poter esercitare il diritto di difesa ? Pisani non ha dubbi: « quando si è vittima di abusi e soprusi dei concessionari della riscossione, che riscuotono i crediti vantati sempre sulla base di mere fotocopie e cartule incomplete e parziali, oltre al ricorso in commissione tributaria o al Giudice ordinario in sede civile secondo la natura del credito intimato, bisogna inviare gli esposti alla Procura della Repubblica e al Garante della Privacy che bene farebbero a controllare la correttezza e aggiornamento di quel mare di dati che si trasformano in spade e mitragliatrici puntate contro il cittadino . Alla Procura nel caso la notifica della cartella non sia mai avvenuta, sia falsa o la pretesa sia già stata pagata o annullata con sentenza, o per denunciare le spese indebite e gli interessi anatocistici (calcolati ogni giorno, ndr) . Al Garante perché spesso e volentieri gli agenti riscossori trattano dati personali sensibili senza mai aggiornarli e rettificarli, ne rilasciano l’informativa ai contribuenti . Un fatto gravissimo. In Italia sicuramente la legge non è uguale per tutti, ci sono leggi e misure tutte a favore delle banche che stranamente in luogo delle P.A. esercitano la riscossione senza possibilità di difesa . L’avvocato di Noi Consumatori.it invita i cittadini a non farsi intimidire e spiega che quello che sta accadendo non solo non è normale, ma è scandaloso, senza dubbio le tasse si devono sempre pagare ma i contribuenti non devono essere perseguitati dalle banche e lo Stato deve essere il primo esempio di trasparenza e legalità . «Verificate con attenzione tutto. Che le cartelle non siano andate in prescrizione (5 anni dopo la notifica della pretesa presupposto ), o che siano già state pagate o annullate. Pretendete chiarezza dagli impiegati e mettete sempre tutto nero su bianco, denunciate ogni sopruso». Racconta di casi paradossali. Cartelle notificate a bambini o al caro estinto. Case messe all’asta senza titoli e senza che neanche il concessionario conoscesse le cartelle di cui pretendeva il pagamento E in effetti di paradossi che costano un occhio della testa è lastricato lo scivolosissimo percorso delle “ganasce fiscali ”. «Per dirne una – continua il legale – il cittadino non deve pagare le spese di iscrizione/ estinzione del fermo o dell’ipoteca. C’è una risoluzione dell’Agenzia delle Entrate che lo ribadisce a chiare note. Eppure spesso e volentieri gli agenti riscossori richiedono anche questo oltre a crediti non documentati e dovuti ». Attenzione, dunque, e qualche dritta per evitare di essere maciullati dagli ingranaggi della burocrazia. Oltre a poter consultare il vademecum pubblicato sul sito www.noiconsumatori.it se vi arriva il “sollecito di pagamento misto a minacce cumulative ” – l’ultimo escamotage di alcuni esattori per creare allarme e preoccupazione – verificare il numero della cartella esattoriale. Nel caso questa sia stata firmata per conto vostro da un vicino, un amico, dal portiere o da un perfetto sconosciuto, non regolarizzate con racc.te a.r. si possono infatti avviare le pratiche del ricorso. La copia della notifica può essere richiesta all’esattoria e deve essere consegnata all’utente che vuole vederci chiaro per tutelarsi . La battaglia tra Pisani e la GEStline continua,lo stesso avvocato ha denunciato personalmente il concessionario della riscossione alla Procura e chiede una commissione parlamentare d’inchiesta sullo scandalo in corso, non molto divulgato e discusso attraverso i mass media e i giornali perché molti di questi sono in affari con i concessionari cui vendono milioni di pagine di pubblicità anche per le aste degli immobili ipotecati, in sintesi l’informazione se non pignorata viene venduta a chi pignora i beni dei contribuenti .
Non ho parole per l’articolo… veramente eccezionale Complimenti per l’articolo sono pienamente d’accordo con Voi… Ultimamente a mia madre è stata pignorata la casa ( mia madre ha 75 anni ed è invalida al 80% ) la SERIT Sicilia ha collezionato carterlle esattoriale dal 1993 al 2001 ( anno in cui mia mamma aveva una attività di commercio al minuto di generi alimentari ) ed è stata capace di vendere all’asta la casa grazie ai nostri cari politici che fanno gli interessi dei potenti e non della maggioranza e dei cittadini…. non ho parole per dire il senso di vergogna che ho nell’essere italiano. Vi auguro i miei più cordili e distinti saluti a persone che credo possono far qualcosa per cambiare questo nostro paese che và alla deriva.
fermo di auto e moto sonoo sbalordita dal comportamento della cartella.che nn ricordo di aver mai avuto se nonche la comunicazione del fermo dei beni registrati!e un paradosso aiutatemi!!!la somma della cartella e di 5.700,71euro.