Carta di credito o contante?In Italia vince la banconota
Guerra al contante, bello a dirsi ma difficile a farsi. Soprattutto in un Paese, come il nostro, in cui il denaro di plastica (leggi carte di debito) piace poco. Il 52,1% degli italiani non lo usa, e come ha più volte sottolineato il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, sono ancora troppe le banconote in circolazione. Un problema, perché oltre a favorire l’evasione fiscale (e ad essere meno sicura), la gestione del denaro di carta costa in Europa 50 miliardi l’anno, 10 spesi in Italia, circa 170 euro a testa. Ma perché la moneta elettronica è così poco diffusa e quali sono le difficoltà a usare bancomat e carte di credito? Lo hanno documentato con video e post, sei giovani blogger provenienti da diverse città italiane, che hanno partecipato alla «No cash week» organizzata da No Cash Day e da Mastercard.
L’ESPERIMENTO – Sette giorni, sei diari, cinque città diverse e una sola regola: niente banconote.
Ai ragazzi, selezionati dopo tre settimane di casting, è stata concessa una carta prepagata del valore di cinquecento euro, da spendere dal 20 al 27 luglio. L’impegno era di pagare tutto, ma proprio tutto, con moneta elettronica. Dal caffè ai giornali, dal tramezzino al dvd, dalle multe alla benzina. Documentando l’esperienza sul web con dei veri e propri diari. Le difficoltà sono state tante. Alessandra Colucci, 32 anni di Roma, consulente di pianificazione strategica e docente Ied, ha dovuto scroccare un pranzo ai suoi studenti. «Il ristorante non aveva il Pos – spiega al telefono – ma non era l’unico. I problemi maggiori sono stati per il tabaccaio o il bar. Immaginate la faccia del barista quando ho pagato un caffè con la carta». E per fortuna era a Roma.
PROVACI COL CAFFE’ – Ancora peggio è andata a Caterina Policaro, 35 anni, insegnante di una scuola superiore di Potenza, quasi sollevata dalla fine dell’esperimento: «il caffè? Non sono mai riuscita a pagarlo con la carta, me l’hanno dovuto offrire le amiche. E ho anche rinunciato a fare la spesa al mercato. Purtroppo la mentalità del pagamento elettronico non è ancora molto diffusa, e in più le commissioni a carico degli esercenti non aiutano». Ecco spiegati i musi lunghi dei tassisti, commercianti e addetti alle vendite, che in alcuni casi, sotto una certa soglia, non hanno concesso il pagamento. Scena già vista.