Carte di credito clonate: 21 arresti tra malviventi e negozianti complici
Questa notte i carabinieri del Comando
Provinciale di Napoli hanno dato esecuzione ad una ordinanza di
custodia cautelare in carcere emessa a carico di 21 persone ritenute
responsabili di associazione per delinquere ed altro.
Nel
corso di indagini i militari di Torre Annunziata, coordinati dalla
locale Procura, hanno scoperto l’esistenza del gruppo criminale
operante in Germania e nel Centro-Nord Italia e dedito alla clonazione
di carte di credito, alla contraffazione e alla produzione di documenti
e alla ricettazione di quanto «acquistato» con le carte di credito
clonate mediante negozianti di Napoli complici della organizzazione.
Per
i negozianti erano come una mosca bianca, di certo non avanzavano
fastidiose richieste di sconti su Rolex o capi di abbigliamento di
valore: il loro interesse era infatti inverso a quelli di comuni
consumatori, spendere il più possibile senza decurtazioni sul prezzo.
Folli?
No, gli addetti alle compere dell’organizzazione venivano remunerati
con una cifra pari al 10% degli acquisti effettuati. Il pagamento delle
loro prestazioni avveniva a cottimo. Era del tutto evidente, sottolinea
la Procura di Torre Annunziata (Napoli), «il loro interesse a spendere
il più possibile per incrementare la quota parte loro spettante.
Questa
garanzia di facile arricchimento, accompagnata da una certa sicurezza,
offerta dall’uso di documenti falsi, faceva si che le persone
contattate per ‘lavorarè si sentissero ‘onoratè della possibilità
offerta loro ed aderissero con entusiasmo alle proposte».
Guadagni
di 20mila euro alla settimana; oltre trenta le persone coinvolte e
affari che avvenivano in Italia ma anche in Germania. Le indagini
iniziano nel febbraio 2008 quando in un centro commerciale di Pompei,
Gennaro Imparato, considerato affiliato del clan Formicola, scoperto
per aver utilizzato una carta di credito clonata nella fuga tentò di
investire un carabiniere.
Per la Procura l’associazione era
«capace di numeri impressionanti»: centinaia le carte clonate e i
negozi coinvolti in tutta Italia. Ingenti i guadagni: in un caso, dice
la Procura, una trasferta fu considerata poco fruttuosa perché si era
riusciti a guadagnare «solo» 11mila e 600 euro. Viene definita
maniacale la conservazione degli scontrini – per dimostrare agli
acquirenti che la merce non era rubata e per applicare uno sconto – e
due i canali di approvvigionamento delle carte di credito clonate: il
congegno «skimmer» per copiare i dati di carte vere in una pizzeria di
Francoforte, e macchinari per realizzare carte false.