Durante il convegno sul ruolo del nuovo redditometro e degli studi di settore nel rapporto fisco-impresa, organizzato a Roma dalla Confederazione degli artigiani (Cna), il direttore dell’agenzia delle Entrate, Befera, ha annunciato che il prossimo provvedimento legislativo sarà veicolo di una “correzione” dello spesometro relativamente alla tracciabilità degli acquisti superiori ai 3.600 euro non soggetti a Iva ed effettuati con carte di credito. Tale modalità di pagamento per i non soggetti ad Iva vedrà escludere la comunicazione dei dati fiscali; infatti si tratta di una forma di pagamento già tracciata.
Al convegno, Befera ha anche riportato un’ anomalia sui dati degli studi rilevati dalla Sose: il numero dei congrui agli studi non corrisponde ad un aumento dei comportamenti virtuosi. Ciò vuol dire che un elevato numero di contribuenti, il 46% secondo la Sose, è congruo perché ha forzato alcuni indicatori. Un possibile rimedio, dice Befera, potrebbe essere quello di alzare l’asticella della congruità per evitare un abuso dell’applicazione dei correttivi.
Dal Cna un suggerimento. Perché non escludere dall’applicazione del nuovo redditometro gli imprenditori individuali congrui e coerenti agli studi, dal momento che nei casi in cui risultasse evidente un eccessivo scostamento tra reddito dichiarato e reddito derivante dalla spesa si potrà sempre approfondire, malgrado la coerenza rilevata? Befera non scarta la proposta.