Cartelle esattoriali, quell’esoso compenso per Equitalia
Analizzando una cartella esattoriale notificata a una persona fisica da Equitalia, la società che gestisce la riscossione delle imposte, il cui ammontare è particolarmente elevato, emerge che altrettanto esoso diviene il compenso che spetta all’agente della riscossione. Nel caso di specie, a fronte di una cartella di quasi un milione di euro, il compenso è pari a oltre 45 mila euro, compenso che diviene di oltre 87 mila euro se l’ammontare iscritto a ruolo non venisse onorato nei termini di legge. Ora, ammettendo che il contribuente onori la cartella entro i 60 giorni dalla notifica, questi vedrà l’ammontare dovuto al fisco maggiorato di quasi il 5 per cento per oneri di riscossione. Si ponga altresì attenzione alla circostanza che il compenso di riscossione non matura solo su quanto dovuto a titolo di tributo, ma anche su quanto dovuto a titolo di interessi e sanzioni, derivanti dal mancato rispetto dell’originario obbligo tributario.
In altri termini, a fronte di un’imposta sul reddito presuntivamente dovuta a seguito di accertamento, il compenso di riscossione che spetta a Equitalia è pari al 4,65 per cento dell’imposta iscritta a ruolo. A questo 4,65 per cento si aggiunge un ulteriore 4,65 per cento che è dovuto per la riscossione della sanzione – questa pari all’ammontare dell’imposta – oltre a un ulteriore 4,65 per cento applicato sull’ammontare degli interessi dovuti all’erario per il ritardo con il quale è stato onorato il debito tributario. Se per un attimo si volesse sfrondare quanto dovuto a titolo di sanzioni e interessi e quindi determinare il compenso di riscossione sulla sola imposta presuntivamente dovuta, emergerebbe una percentuale del 10,32 per cento. Se poi il contribuente non riuscisse a pagare nei 60 giorni di legge, l’aggio esattoriale verrebbe ulteriormente maggiorato del 93 per cento rispetto all’importo originario: conseguentemente, se si volesse determinare la percentuale di carico del compenso di riscossione sull’originario tributo presuntivamente dovuto, non tenendo conto di sanzioni e interessi, si avrebbe un 20 per cento di ulteriore aggravio rispetto a quanto non corrisposto in sede di dichiarazione dei redditi.
Tutto ciò è normativamente disciplinato e si può ritenere che ciò sia fatto quale deterrente contro i soggetti che tentano l’evasione d’imposta; tuttavia costringere un contribuente a erogare, all’agente della riscossione, un compenso pari al 10 per cento dell’imposta originariamente non pagata, per riscuotere la stessa in 60 giorni, appare forse in contrasto con i principi di giustizia tributaria, soprattutto perché, in alcune circostanze, a fronte di quella cartella di pagamento pende un contenzioso non ancora definito.
Stroncare i contribuenti Sono un vero insulto alla civiltà le pretese di pagamento contenute in una cartella esattoriale: oltre alla sorte capitale, sanzioni 30%, interessi nazionali 1,5%, interessi regionali 0.55%, costi di notifica 17.55%, tributi speciali 2,4%, compensi esttoriali 6,8. Il tutto è lievitato del 60% circa. I Costi complessivi della notifica incidono ben 24% circa. Tirate Voi le vo stre conclusioni!
Privato Ho ricevuto una cartella esattoriale Equitalia, per il pagamento IRPEF, per fine rapporto lavoratore dipedente, pari a euro 448,73, di cui 94,72 per sanzioni omesso o ritardato pagamento e 4,98 euro per interessi. Mi chiedo, è giusto che io paghi il dovuto, relativo all’IRPEF, in quanto l’Ente cui Lavoravo, ha sicuramente applicato un’aliquota inferiore di quella dovuta, ma la sanzione e gli interessi perchè li devo pagare? Non mi sono rifiutato di pagare la differenza IRPEF, solo oggi, sono venuto a conoscenza ed immediamente pago quanto dovuto! Potrei avere ragguagli in merito alla questione rappresentata?