CASA. Confedilizia: far pagare l’Ici solo agli immobili di lusso? Un’iniquità nella iniquità
Far pagare l’Ici sulla prima casa solo agli “immobili di lusso”? “Un’iniquità nell’iniquità”. E’ quanto ha affermato Confedilizia in una nota rivolgendo un appello al Parlamento affinché “la Camera e la maggioranza aggiustino il testo del Governo espungendone ogni discriminazione, che porterebbe comunque un insignificante gettito pur provocando disorientamento e sfiducia”.
“Il nostro Catasto – ha spiegato il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani – è un Catasto di natura comparativa, gli immobili vengono cioè accatastati in una categoria o nell’altra a seconda del quadro di classificazione delle singole zone censuarie e delle unità tipo delle stesse, che si basano sulla tipologia e qualità degli immobili della zona. Innestare su una situazione del genere (estremamente diversificata da città a città) una normativa che escluda queste case dall’esenzione Ici per tutta Italia, solo per ragioni di demagogia e per seguire Prodi nell’errore, è un’iniquità nell’iniquità”.
Dove si concentrano gli “immobili di lusso”, ovvero le abitazioni in categoria catastale A/1? Secondo l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre Cgia, in testa alla classifica troviamo Gevona con 4.455, seguita da Firenze con 2921, da Napoli con 2826, Torino con 2429 e Roma con 2124 case signorili. Resta indietro Milano con sole 961 e Venezia con 221.
Secondo Confedilizia “se l’Ici è, come è, un’imposta iniqua (essendo una patrimoniale ordinaria e quindi progressivamente espropriativa) deve esserla per tutti, senza discriminazioni. “In secondo luogo – ha concluso Sforza Fogliani – perché il criterio catastale non è uguale per tutta Italia, come i dati riferiti dimostrano: se proprio si vuol continuare a far pagare l’Ici agli “immobili di lusso”, quantomeno lo si faccia con un criterio uguale per tutt’Italia, quello del decreto ministeriale 2.8.1969 che determina le caratteristiche degli immobili di lusso per tutto il Paese”.