Caserta, allevatori bufalini protestano perchè accusati dall’Asl come ‘stalla sconosciuta’
Sembra ormai vicino il tempo di una prima,
importante “resa dei conti” che potrebbe far tirare finalmente un
sospiro di sollievo agli allevatori bufalini casertani che da mesi
vivono una situazione di disagio. E’ lo stato d’animo che si registra
all’indomani di una pronuncia del Tar della Campania di cui si fa
interprete l’avvocato Raffaele Ambrosca, presidente della Lab, che
dice: “La recente pronuncia del Tar è di assoluta chiarezza e comincia
a rendere giustizia agli allevatori che hanno creduto ad una doverosa
battaglia. In effetti, il Tar ha accolto la richiesta di sospensione
circa le dichiarazioni di ‘stalla sconosciuta’ emesse dall’Asl Caserta
2”.
Ambrosca ricorda che l’Asl, a causa dei ricorsi presentati dagli
allevatori, “ha omesso la profilassi nelle stalle laddove non sono
stati abbattuti i capi ritenuti positivi. Trascorso un anno, in assenza
dei predetti controlli, queste stesse stalle sono state dichiarate
‘sconosciute’ con la conseguente interdizione alla consegna del latte
dell’intero allevamento. Con la nuova pronuncia – osserva il presidente
della Lab – il Tar della Campania, in buona sostanza, ha ritenuto, a
mio parere, illegittimo o quantomeno viziato il procedimento fin qui
adottato”.
“Inoltre – fa notare ancora Ambrosca – cresce l’attesa per la pronuncia
del Tar Lazio nella Camera di Consiglio del prossimo 24 giugno, quando
si discuterà dell’introduzione di nuovi sistemi di analisi per
l’accertamento dell’effettiva infezione degli animali bufalini, sistemi
che andrebbero a sostituirsi a quelli finora applicati e che, com’è
ampiamente risaputo, ricercano gli anticorpi della brucellosi, quindi
la sieropositività e non la vera e propria infezione”. Il presidente fa
così riferimento al protocollo definito “Pcr” e riconosciuto dallo
stesso Istituto Superiore della Sanità.
Appare, insomma, del tutto evidente che, nel caso in cui gli sviluppi
in sede giurisdizionale andassero a muoversi nella direzione spiegata
ed invocata dal presidente della Lab, ne deriverebbero due eclatanti
svolte: uno stop alle procedure fin qui seguite dalle Asl (che hanno
messo in ginocchio innumerevoli aziende) e addirittura un’autentica
“rivoluzione” che i nuovi sistemi di analisi andrebbero, appunto,
inevitabilmente a determinare.