Caso in Federico II e Sun : le tipografie degli Atenei vendevano libri fotocopiati
Le università più importanti del capoluogo campano, Federico II e Seconda Università di Napoli, hanno allevato una serpe in seno. I finanzieri del comando provinciale di Napoli, durante un’operazione antipirateria volta a contrastare la duplicazione dei testi universitari, hanno ispezionato le tipografie che operano nelle strutture pubbliche— beneficiando di concessioni offerta dalle stesse università — scoprendo all’interno dei negozi libri fotocopiati ad uso e consumo della platea universitaria. Suona come un paradosso, ma tant’è: i tipografi, dopo aver ottenuto il permesso di vendere liberamente nei complessi universitari, hanno ritenuto che il business delle fotocopie fosse più redditizio.
Le ispezioni sono avvenute nel complesso di Sant’Andrea delle Dame, in via Luigi De Crecchio (sede della facoltà di Medicina Sun), e nel complesso di via Pansini dove ha sede il nuovo Policlinico Federico II. I controlli simultanei sono avvenuti in nove negozi, dove, con l’assistenza dei funzionari Siae, le fiamme gialle hanno sequestrato, oltre ai testi fotocopiati, diversi file informatici in formato «pdf». E’ questa la nuova tendenza, infatti: i libri non vengono più riprodotti unicamente in formato cartaceo, ma anche in digitale, così si risparmia carta, spazio, e denaro. Inoltre, i file sono duplicabili all’infinito, e questo li rende enormemente convenienti per chi li acquista. Si possono trasmettere via internet— molti titoli sono scaricabili usando i più comuni programmi di file sharing— non ingombrano, ed è sufficiente un netbook o un lettore e-book per disporne a piacimento. I finanzieri hanno ispezionato anche le tipografie di via Mezzocannone: in totale, il valore delle copie illegali sequestrate è di 12.500 euro. Anche alcuni acquirenti sono stati sanzionati, sorpresi in flagranza mentre acquistavano i libri fotocopiati. Che i testi venissero fotocopiati e venduti illegalmente, non è certo una novità. Che lo si facesse all’interno delle università pubbliche, invece, è sorprendente. I giovani scoperti ad acquistare libri fotocopiati hanno espresso meraviglia: quasi non si rendevano conto del fatto che comprare testi fotocopiati sia un reato. Per loro, in base all’articolo 171 della legge sul diritto d’autore, la multa è generalmente di 102 euro (il minimo è 51 euro, il massimo 2.065).
Le sanzioni elevate complessivamente ai tipografi nel corso dell’operazione, invece, ammontano a 50mila euro. Solo qualche settimana fa, un analogo intervento della guardia di finanza aveva portato al sequestro di 450 testi in formato cartaceo e digitale. Il 9 ottobre, le fiamme gialle sequestrarono 462 file, ma anche 6 chiavette usb, 2 computer portatili e 15 cdmasterizzati. Le copie cartacee duplicate illegalmente, in quell’occasione furono soltanto due. Ciò, a testimonianza del fatto che il mercato della pirateria si sta spostando sempre più decisamente, per quanto riguarda i libri (universitari e non), sulla vendita di file in formato pdf. Si deve cominciare a ragione seriamente in questi termini — osservano fonti della guardia di finanza — perché questo tipo di commercio è destinato a creare non pochi problemi ai tradizionali sistemi di controllo.