Caso mare inquinato arriva in Parlamento, dopo la questione rifiuti, un nuovo disastro ambientale! (Che figura! E poveri noi cittadini campani!)
I problemi del mare napoletano e campano arrivano in Parlamento.
L’occasione è offerta dal question time alla Camera dei deputati:
Antonio Palagiano (Idv) – primo firmatario della denuncia sottoscritta
anche dal presidente del partito Antonio Di Pietro, da Massimo Donadi e
da Nello Formisano – interroga il ministro dei Rapporti con il
Parlamento Elio Vito e si sofferma sui possibili rischi per la salute
dei cittadini. «È in atto una gravissima emergenza che sembra
prefigurare un nuovo e annunciato disastro ambientale, anche in
considerazione dell’inadeguatezza degli interventi posti in essere sul
territorio dalla Regione» tuona il parlamentare. Sotto accusa finiscono
anche gli enti, come l’Arpac, preposti al controllo della qualità delle
acque e finanziati con i soldi dei contribuenti: «Risultano troppo
spesso inclini a giudizi poco obiettivi nei confronti delle
amministrazioni – sottolinea – e i sindaci troppo spesso non pongono il
necessario divieto di balneazione per evitare ricadute impopolari e
negative sulla loro immagine. Ciò costituisce un problema da affrontare
attraverso nuove unità di controllo super partes ed esterne al
territorio». Immediata la replica: «Superamenti dei valori sono tutti
avvenuti in siti già vietati alla balneazione – assicura il ministro
Vito – Per quanto riguarda gli aspetti inerenti l’igiene e la
prevenzione sanitaria non è stato riscontrato, da parte delle Asl,
alcun fenomeno di rilievo». Poi l’esponente del governo Berlusconi
elenca gli interventi in programma: «La Regione, attraverso una
commissione di esperti, provvederà al piano di ristrutturazione anche
sotto il profilo finanziario e metterà in campo un’azione mirata al
funzionamento ottimale degli impianti. Inoltre la giunta avvierà un
progetto stralcio nel quale saranno individuate le priorità per far
fronte all’attuale situazione. Nel complesso, secondo quanto riferito
dalla Regione, la situazione dell’inquinamento marino va migliorando –
aggiunge – su 267 punti di prelievo, l’Arpac esamina annualmente 4.500
campioni. Nel 2001 è stato rilevato inquinamento in più di 2000 di
questi, nel 2008 in soli 400». Parole che non soddisfano Palagiano:
«Sono sbigottito – attacca – Dal governo mi sarei aspettato qualcosa in
più per controllare il controllore o sarà, come al solito, la
magistratura a dover intervenire. Fate presto, salvate il golfo di
Napoli che non può morire». Intanto in città si è svolta, ieri mattina,
una riunione per fare il punto della situazione. A convocarla
l’assessore comunale all’Ambiente Rino Nasti che, d’intesa con la
dirigente dell’Asl Giuseppina Amispergh, ha chiarito: «A Napoli si può
fare tranquillamente il bagno nel nostro mare, tranne che nei porti e
in alcune zone circoscritte e controllate. Diffidiamo chiunque a
fornire dati e notizie non supportati da dati ufficiali e verificati».
L’ex assessore provinciale Francesco Borrelli ha annunciato che sabato
mattina, alla Rotonda Diaz, gli ambientalisti si tufferanno per
rassicurare i cittadini. Il presidente regionale del Sindacato balneari
Mario Morra ha invece denunciato il capogruppo comunale del Nuovo Psi
Domenico Palmieri per «procurato allarme». «Sono tranquillo, ho tutti
gli atti» ha risposto Palmieri, che ha incassato la solidarietà dei
consiglieri Carlo Lamura e Raffaele Ambrosino.