Cassazione: ammesse le parolacce in ufficio
Il dipendente che lancia accuse e si rivolge ad un collega con parolacce deve essere reintegrato a lavoro, laddove era stato licenziato per giusta causa. Lo ha stabilito la sezione lavoro della Corte di Cassazione con la sentenza 23289/2009, la quale ha sottolineato il fatto che scatti d’ira temporanea e parole fuori luogo rivolte ad un
collega non ledono ”il rapporto fiduciariocon l’azienda”. Così Piazza Cavour ha respinto il ricorso di un’azienda che aveva negato il reintegro di un lavoratore che era stato licenziato poiché, si era rivolto al consigliere aziendale con parolacce e con il lancio di una cornetta del telefono, tra l’altro, in presenza di tre colleghi.