Cassazione: autovelox, stop appalti che incentivalno multe
Sono irregolari, per abuso d’ufficio, gli appalti a ditte private per l’installazione nei territori comunali di apparecchi autovelox quando il valore della gara viene determinata «con una percentuale sugli incassi delle future infrazioni rilevate». Lo sottolinea la Cassazione con la sentenza 10620 che ha confermato il sequestro degli autovelox di una ditta che riforniva di strumenti per la rilevazione della velocità i comuni campani di Pastorano e Pignataro Maggiore. In particolare, la Suprema Corte ha respinto il ricorso presentato contro il sequestro degli autovelox presentato da Tommaso S., legale rappresentante della ‘Soes’, con il quale sosteneva che il bando di gara era regolare, in quanto per il Comune di Pastorano si presumevano 90 mila euro di multe ‘fatturatè in tre anni, cifra sotto la soglia comunitaria, e per quello di Pignataro Maggiore, per un importo di 2 milioni di euro più iva per cinque anni. Inoltre Tommaso S., chiedendo il dissequestro delle ‘macchinettè faceva presente che i verbali delle infrazioni sarebbero stati sottoscritti alla presenza di un vigile urbano «in un contesto nel quale l’assistenza tecnica dell’operatore privato costituiva elemento di più sicura garanzia». In ogni caso aggiungeva che «la mancata indicazione della predeterminazione del valore dell’appalto» non costituiva violazione di legge idonea a mantenere sotto sequestro gli autovelox. La Cassazione gli ha replicato che, innanzitutto, l’accertamento delle infrazioni al codice della strada «costituisce un servizio di polizia stradale non delegabile a terzi» e che le apparecchiature utilizzate «devono essere gestite direttamente dagli organi di polizia stradale e devono essere nella loro disponibilità».
Quanto al budget per la fornitura degli apparecchi, la Suprema Corte rileva che essi hanno una «finalità preventiva, e non repressiva o di finanziamento pubblico o lucro privato. Per tanto determinare il costo del noleggio delle apparecchiature in base agli importi delle multe è un parametro »contrario ai principi della Costituzione« (buon andamento ed imparzialità della Pubblica amministrazione). Per quanto riguarda le spese del noleggio degli autovelox, i supremi giudici osservano che esse sono agevolmente individuabili dal costo giornaliero connesso all’installazione ed alla manutenzione per cui è del tutto »non pertinente« il riferimento, nella gara d’appalto, alle spese sostenute per ogni singola rilevazione di infrazione.
In proposito la Cassazione aggiunge che »la quantità« dell’importo di appalto è il costo del servizio, a prescindere dal numero e dalla ‘qualita» delle infrazioni poi eventualmente accertate«. Insomma »esiste un costo di accertamento quantificabile a prescindere del tutto dal tipo di infrazione accertata« mentre in riferimento all’entità della sanzione»é incompatibile con i principi generali della disciplina contabile pubblica in materia di spese di accertamento«. Dunque sono messi al bando gli autovelox i cui costi giornalieri, che divengono incasso per la ditta appaltatrice, lievitano con il crescere del numero delle contravvenzioni.