Cassazione: donna risarcita per isterectomia fatta male
“La perdita o compromissione anche soltanto psichica della
sessualità (come avviene nei casi di stupro o pedofilia) costituisce di
per sé un danno”. Lo scrive la Corte di Cassazione in una nuova
sentenza. I Supremi giudici hanno accolto il ricorso di una donna che
chiedeva il risarcimento a seguito dei “postumi permanenti” causati da
un’isterectomia fatta nell’ospedale di Pesaro.
La Corte
d’Appello di Ancona, nel 2004, riformando la sentenza del Tribunale,
aveva riconosciuto alla donna un danno biologico di circa 144mila euro
per “colpa medica del personale sanitario”. La donna ha fatto ricorso
in Cassazione chiedendo una nuova quantificazione del danno perché i
giudici di merito non avevano tenuto conto del “danno sessuale e
estetico” derivati dall’operazione che avevano “compromesso la vita di
relazione” e non avevano considerato il “danno psichico” che le aveva
causato una forte depressione tale da costringerla a lasciare il lavoro.
La Terza Sezione Civile della Suprema Corte ha accolto il ricorso,
chiedendo una nuova valutazione “più attenta” dei giudici di merito. E’
scritto infatti nella sentenza che il “diritto alla sessualità” è
inquadrato “nei diritti inviolabili della persona come modus vivendi
essenziale dello sviluppo e espressione della stessa”. “Certamente –
scrivono i giudici – la perdita o riduzione della sessualità
costituisce anche un danno biologico ma ormai nessuno nega che la
compromissione anche soltanto psichica costituisce di per sé un danno
la cui rilevanza deve essere valutata e apprezzata globalmente”.