Cassazione: le offese nel reality show non costituiscono reato
Le offese rivolte da un concorrente ad un altro in un reality show non possono costituire materia di reato in quanto lo show stesso è organizzato in modo tale da indurre i partecipanti ad avere uno scontro verbale. Tanto più non costituisce reato qualora la parolaccia o l’offesa sia detta per scherzo.
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 37105 del 22 settembre 2009, respingendo la domanda di risarcimento
avanzata da un concorrente che era stato etichettato col termine di ‘pedofilo’ poiché corteggiava una giovane concorrente. La Suprema Corte ha così confermato l’innocenza di un ex concorrente di ‘Survivor’, il primo
reality trasmesso in Italia, sottolineando che questi programmi televisivi hanno la «caratteristica di sollecitare il
contrasto verbale tra i partecipanti, secondo uno schema oggi abusato».