Cassazione: marito insulta la suocera? Va risarcita la moglie
Confermata, dalla Cassazione, la condanna
al risarcimento dei danni a carico di un marito che durante un litigio
violento con la moglie ne aveva offeso la madre rivolgendo, nei
confronti della suocera non presente alla discussione, epiteti
ingiuriosi molto volgari. La Suprema corte, infatti, con la sentenza
35874, ha respinto la richiesta del marito imputato di ingiuria e
lesioni, Luigi D.B., di non considerare valida la querela presentata
dalla moglie Federica C. in quanto per le parolacce proferite avrebbe
dovuto presentare denuncia la suocera offesa e non la figlia.
In proposito i Supremi giudici osservano che «per quanto gli epiteti e
le volgari espressioni di disprezzo pronunciate dall’ imputato nel
rivolgersi alla moglie si riferissero ad altro soggetto, e cioè alla
madre di costei, non vi è dubbio che ne sia derivata una lesione del
decoro della stessa interlocutrice». Fatto che «inevitabilmente accade
– prosegue la Cassazione – quando sussiste uno stretto legame parentale
fra la persona alla quale le espressioni offensive sono comunicate e
quella destinataria delle offese, traducendosi tale condotta in una
mancanza, nei confronti del percettore di tali espressioni, del
rispetto che, quale componente della dignità umana, è dovuto a ciascuno
dei consociati».
La suocera era stata apostrofata con espressioni molto offensive.
Inoltre il marito dovrà risarcire la moglie anche per la violenta
testata alla bocca che le aveva dato durante il litigio (l’entità della
pena e del risarcimento non sono noti). L’episodio riguarda una coppia
della capitale e agli atti è finita anche la testimonianza del figlio,
presente nel momento in cui il padre aveva colpito la moglie.