Cassazione: motorino truccato? Ne risponde il padre in quanto proprietario del mezzo e in quanto genitore distratto
Genitori, occhio al motorino truccato dei figli: la Cassazione non
perdona. Della modifica alle due ruote rispondono i genitori e non
possono sostenere che non essersi accorti della rettifica alla
meccanica del mezzo messa in atto dal minore. La Corte, con la sentenza
n. 6685/07, ha accolto il ricorso della Prefettura di Padova contro la
decisione di un giudice di pace che nel dicembre del 2002 aveva
annullato la confisca di un motorino di proprietà del padre di un
minorenne, sorpreso dai vigili mentre circolava a bordo di un motorino
truccato: la modifica alle caratteristiche tecniche consentiva al mezzo
di superare i 45 chilometri orari consentiti, fatto che comporta il
passaggio del mezzo alla categoria dei motoveicoli ed è punito, oltre
che con l’ammenda, anche con la misura accessoria della confisca.
La
vicenda esaminata dalla seconda sezione civile della Cassazione
riguarda il caso di un padre che aveva proposto dinanzi al giudice di
pace opposizione per la confisca del motorino di cui era proprietario,
confiscato dai vigili al figlio minorenne, in quanto il veicolo era
truccato. Il padre aveva sostenuto di non aver mai usato il ciclomotore
e, dunque, di non essersi potuto accorgere delle modifiche apportate
dal figlio. Il minore, infatti, risiedeva «solo apparentemente da lui»,
genitore affidatario dopo lo scioglimento del matrimonio, in quanto il
ragazzo conviveva con i nonni paterni.
La Cassazione ha sottolineato
innanzitutto la responsabilità solidale del proprietario del veicolo e
la non assoggettabilità del minore a sanzione, della quale risponde il
genitore tenuto alla sorveglianza, a meno che provi di non aver potuto
impedire il fatto. Il papà, in questo caso, dunque, risponde del fatto
sia in qualità di proprietario del veicolo, sia come genitore. Secondo
i giudici il tipo di violazione contestata non è inquadrabile in una
«condotta episodica, che può sfuggire al controllo di un genitore, ma
comporta una modifica stabile della meccanica del ciclomotore», cosa
che non può sfuggire al controllo di un genitore. E chi esercita la
patria potestà non può eludere i propri obblighi di vigilanza adducendo
la non coabitazione con il minore. Sentenza cassata, dunque, e motorino
nuovamente confiscato.