Cassazione: no alla condizionale per marito recidivo in molestie alla moglie
La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7775/2009 ha stabilito che non può essere concesso il beneficio di legge della
condizionale al ‘reo’ di molestie. Il caso: un uomo, giovane marito, molestava la moglie con aggressioni verbali e non , anche sul posto di lavoro. A seguito di una prima condanna, a distanza di soli tre mesi aveva già inflitto alla donna, giovane moglie, altre molestie. Per questo motivo, la Corte ha ritenuto improbabile un cambiamento di posizione dell’uomo verso la donna, visto che la condanna inflitta tre mesi prima, gli era valsa a ben poco. “La sospensione condizionale, infatti, – si legge – è ammessa soltanto se, avuto riguardo alle
circostanze indicate nell’art. 133, il giudice presume che il colpevole
si asterrà in futuro dal commettere ulteriori reati”.
In questo caso, si parla di ‘pericolo di recidiva’. Atti quali maltrattamenti, violazioni di domicilio , molestie sul posto di lavoro, danneggiamento, hanno indotto a ritenere che “l’imputato non abbia alcuna capacità
di autocontrollo, di talché la probabilità che egli possa realizzare
nuovi comportamenti di contenuto analogo a quelli per cui si procede
appare assai elevata, anche in considerazione del fatto che i reati
oggi contestati sono stati commessi a distanza di soli tre mesi dalla
condanna, condanna che evidentemente non ha avuto alcun effetto
deterrente sull’imputato”.