Cassazione: nulle le multe per eccesso di velocità basate solo sulla percezione dell’agente
Possono essere annullate le multe per eccesso di velocità stabilite solo grazie alla percezione dell’agente che avrebbe accertato il fatto al momento dell’infrazione. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 22891 del 28 ottobre 2009, dando ragione ad un automobilista che aveva ricevuto la multa per eccesso di velocità da parte del vigile accertatore della presunta infrazione. Il giudice di pace aveva confermato l’infrazione del mancato uso della
cintura di sicurezza, mentre aveva annullato la multa per eccesso di
velocità.
Il Palazzaccio, cui hanno fatto ricorso il Ministero della difesa
e dell’Interno, confermando la decisione del magistrato onorario
ha sottolineato il fatto che “i dicasteri non sembrano cogliere le ragioni contenute
nell’ampia motivazione del giudice di pace, che ha dato conto
analiticamente del perché la percezione dell’agente accertatore doveva
ritenersi adeguata con riferimento alla accertata marcia senza fari
anabbaglianti e senza cinture di sicurezza (verifiche che potevano
essere fatte agevolmente e risultavano compatibili con la posizione in
cui si trovava l’agente al momento dell’accertamento) e non
sufficientemente adeguata quanto all’accertamento del superamento del
limite prudenziale di velocità. Il giudice di pace ha infatti chiarito
che, dalla stessa descrizione dell’agente, risultavano carenti elementi
oggettivi cui ancorare la valutazione operata, che in definitiva era
risultata esclusivamente riferita alla sua percezione soggettiva”.