Cassazione, passo indietro: è legittimo autovelox in città e che non scatta foto!
L’utilizzo dell’autovelox in città è legittimo, anche se non scatta
la foto dell’auto che ha superato i limiti di velocità o la multa non
sia contestata immediatamente. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione
che, diversamente da sue precedenti decisioni, fissa paletti più
vincolanti. Per ottenere l’annullamento della contravvenzione si dovrà
fornire la “idonea prova” di un difetto di omologazione, di costruzione
o di funzionamento dell’autovelox.
A farne le spese, in questo
caso, è stato un automobilista al quale il giudice di pace di Cascina,
in provincia di Pisa, quattro anni fa aveva dato ragione annullandogli
una multa di 147 euro per eccesso di velocità rilevata da un autovelox
nel centro di Vicopisano.
Il comune della cittadina toscana ha
fatto ricorso in Cassazione, contestando quanto asserito dal giudice di
pace, cioè che all’interno dei centri abitati gli autovelox non sono
ammessi senza un’immediata contestazione della multa.
La seconda
sezione civile della Suprema Corte, con la sentenza 12843, ha invece
accolto il ricorso del comune di Vicopisano sostenendo, innanzitutto,
che “in tema di autovelox non vi è dubbio che il rilevamento della
velocità a mezzo di apparecchiature elettroniche possa aver luogo su
ogni tipo di strada”.
Quindi – conclude la Cassazione – “è
legittima la rilevazione della velocità” con autovelox “che non
rilascia documentazione fotografica ma consente unicamente
l’accertamento della velocità in un determinato momento, restando
affidata all’attestazione dell’organo di polizia stradale addetto alla
rilevazione la riferibilità al veicolo dal medesimo organo individuato”.
L’unica prova contraria ammessa è “il difetto di omologazione o di funzionamento” dell’autovelox.