Cassazione: sì a notizie create per mostrare disservizi, ma con blitz brevi
ROMA
La Cassazione però fissa anche i paletti per regolare le inchieste
In questo modo la Suprema Corte ha confermato il proscioglimento
Una decisione contrastata in Cassazione dalla Procura di Pavia secondo
Detto questo, però, la Suprema Corte ricorda che «il diritto di critica
(10 febbraio) – Sì ai blitz per creare notizie purché siano mordi e
fuggi: è questo in pratica quanto affermato dalla Suprema Corte con un
verdetto relativo alla condotta di un giornalista e di un operatore tv
che avevano documentato disfunzioni da «mala giustizia», sumulando il
furto di un fascicolo da un armadio aperto in un ufficio giudiziario.
giornalistiche sulla mala giustizia. E, con la sentenza 4699 della
sesta sezione penale, sancisce che non rientra nel «diritto di cronaca»
quel tipo di notizie create per dimostrare i disservizi del pianeta
giustizia laddove la «condotta violi la legge penale». In altre parole,
le inchieste giornalistiche si possono continuare a fare a patto che
laddove avvengano attraverso la rimozione momentanea di fascicoli
l’operazione sia assolutamente «temporanea».
dall’accusa di violazione della pubblica custodia di cose nei confronti
di un giornalista e di un fotografo di un quotidiano di Pavia che, per
denunciare i disservizi della giustizia locale, avevano sottratto il
fascicolo di una causa civile da un armadio non chiuso a chiave del
Tribunale pavese collocato al primo piano del Palazzo di Giustizia
nonostante i cartelli che invitavano a non asportare i fascicoli. La
rimozione dei fascicoli e la ricollocazione all’interno dell’armadio
stesso erano stati immediati tanto che il gup di Pavia, nel luglio
2008, aveva prosciolto dall’accusa gli autori dell’articolo che era
avuto l’effetto di sensibilizzare sul disservizio della giustizia
modificando l’organizzazione con la chiusura a chiave degli armadi.
Insomma, secondo il gup, l’inchiesta giornalistica non andava
condannata perchè aveva avuto quel «fine dimostrativo e sociale» che
dovrebbero avere tutte le inchieste.
la quale dare l’ok a questo tipo di inchieste rappresenterebbe un
precedente pericoloso perchè di questo passo sarebbero da giustificare
anche «le rapine volte a saggiare l’adeguatezza dei sistemi di
sicurezza o della reazione di polizia». La Cassazione, pur condividendo
le argomentazioni della Procura, si è vista costretta a respingere il
ricorso perchè «emerge dalla stessa sentenza una condotta che, nella
sua materialità di riferita assoluta immediatezza, non è riconducibile
alla nozione normativa di sottrazione, difettando anche quella
temporanea rimozione ritenuta sufficiente ad integrare il reato».
e quello di cronaca rilevano solo rispetto all’informazione su fatti
storici alla cui concretizzazioni è estraneo il soggetto che quei
diritti esercita: è scriminato l’articolo che dà conto di un fatto
vero, non è scriminata la condotta che ha creato il fatto per darne poi
conto nell’articolo, ove tale condotta violi la legge penale». Detto in
termini meno giuridici, l’inchiesta giornalistica è stata assolta
perchè la rimozione dei faldoni è stata assolutamente «momentanea» e
non c’è stata alcuna «sottrazione». Da qui il rigetto del ricorso della
Procura.