Cassazione: ubriaco alla guida? Svolga lavori socialmente utili
Chi viene sorpreso alla guida ubriaco può essere ammesso al programma di recupero previsto dai lavori socialmente utili. Lo sottolinea la Cassazione nel ricordare che lo scopo è quello «di consentire a soggetti che si siano resi responsabili di violazioni delle regole sulla circolazione stradale legate all’uso di sostanze alcoliche e/o stupefacenti, di essere avviati ad un recupero sociale specifico comportante una vera e propria opera di rieducazione al rispetto delle norme stradali nell’ottica di un maggior rispetto verso la collettività attraverso l’espletamento di attività collegate alla normativa generale della circolazione stradale ed agli enti che operano in tale specifico settore dell’ordinamento».
In questo modo, la Terza sezione penale ha accolto il ricorso di un automobilista umbro, Giorgio C., sorpreso, nel 2006, alla guida in stato di ebbrezza, a cui era stata negata l’applicazione della pena sostitutiva del lavoro di pubblica utilità visto che gli era già stato concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena. Al riguardo, la Suprema Corte spiega che «la richiesta da parte del condannato cui era stato concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena, di fruire della pena sostitutiva del lavoro di pubblica utilità implica una rinuncia tacita al beneficio di cui all’art. 163 c.p., eventualmente concesso in precedenza, vista la incompatibilità tra i due istituti e non necessita di un consenso espresso, essendo sufficiente la non opposizione dell’interessato». Sarà ora la Corte d’appello di Firenze a rioccuparsi del caso, «verificando la possibilità di applicare la pena sostituiva del lavoro di pubblica utilità» alla luce delle regole dettate. (Adnkronos)