Aveva ucciso un ventenne dopo essere passato con il rosso, andando ad oltre 100 all’ora. E per quell’incidente, Vasile Ignatiuc dovrà ora rispondere davanti ai giudici, dell’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale. Così ha stabilito la prima sezione penale della Corte di Cassazione imponendo un nuovo processo in appello a suo carico. Vasile è stato condannato in secondo grado a 8 anni e 4 mesi per omicidio colposo, per aver ucciso Rocco Trevignano il 18 luglio 2008. Lo aveva travolto con un furgone lanciato a folle velocità a un incrocio sulla Nomentana. Già i giudici di primo grado avevano stabilito che l’uomo era responsabile di omicidio volontario e che andava condannato a 16 anni di reclusione. Ma l’Appello l’aveva pensata diversamente. La stessa valutazione è stata fatta ora dagli ermellini che hanno annullato il processo di secondo grado con rinvio per la qualificazione giuridica del reato, affinché il fatto venga valutato come doloso. Anche se Vasile aspetterà il nuovo verdetto in libertà.
La sentenza è rivoluzionaria, mai in passato la suprema Corte aveva considerato che il responsabile di un incidente stradale fosse imputabile di omicidio volontario con dolo eventuale. Fino a martedì scorso la storia del processo e dell’incidente provocato da Vasile sembravano avviati a una conclusione identica ad altre vicende, come quella che ha avuto protagonisti Stefano Lucidi e le due giovani vittime, Alessio e Flaminia. Luogo dell’incidente e iter processuale sembravano correre sullo stesso binario, finché non è arrivata la decisione di ieri della Cassazione.
Vasile viene fermato dalla polizia a bordo di un furgone rubato. Terrorizzato comincia a scappare, si mette a correre alla guida dell’automezzo e attraversa senza guardare i semafori rossi. La sua fuga si ferma all’incrocio “maledetto” tra viale Regina Margherita e via Nomentana. Lo stesso dove la sera del 22 maggio del 2008 Lucidi aveva ucciso Alessio e Flaminia superando anche lui l’incrocio con il rosso, a 100 all’ora. Stavolta a varcare il bivio è la Citroen nera con a bordo Rocco Trevignano, 20 anni, e altri tre suoi amici. L’impatto è tremendo. Rocco muore mentre gli altri tre ragazzi si salvano per miracolo.
La condotta degli imputati dei due casi viene valutata nello stesso modo in primo grado, quando la condanna arriva per omicidio volontario. In appello le pene vengono dimezzate, dopo la decisione dei giudici di derubricare l’accusa in omicidio colposo. Nel caso di Lucidi viene confermata la sentenza a 5 anni per omicidio colposo. Mentre per Vasile, gli ermellini scelgono un’altra strada annullando la sentenza e rinviandola ai giudici di secondo grado per valutarla più severamente. Entro 30 giorni arriveranno le motivazioni. «È probabile che la Suprema corte – è il commento del difensore di parte civile, professor Adelmo Manna – abbia fatto una distinzione sul tipo di incidenti, che non possono essere tutti uguali».