Catricalà: la class action un deterrente per le aziende
”Tra ricorsi al giudice amministrativo, che le aziende puntualmente propongono, e durata della class action, ci vorranno anni prima che questo strumento possa avere effetti concreti. Pero’ e’ sicuramente un deterrente”. Lo dice il presidente dell’Autorita’ garante della concorrenza e del mercato, Antonio Catricala’, in un’intervista ad ANSA.IT, nella quale fa un bilancio dell’azione collettiva ad un anno dall’entrata in vigore in Italia. Ora, aggiunge, ”le imprese sanno che, oltre alla sanzione dell’Antitrust, possono rischiare l’azione e il pagamento dei danni a migliaia di cittadini”.
I consumatori ora sono piu’ tutelati nel rapporto con le aziende? ”E’ troppo presto per fare un bilancio. A oggi abbiamo avuto solo un’ordinanza di ammissibilita’ dell’azione di classe da parte del tribunale di Milano e una di inammissibilita’ del tribunale di Torino. Resto in ogni caso convinto che l’introduzione della class action nel nostro ordinamento rappresenti comunque un passo in avanti per la tutela dei cittadini. Si sarebbe forse potuto fare di piu’, evitando ad esempio norme come la limitazione temporale dei diritti che si possono fare valere. Ora pero’ occorre guardare avanti. E’ necessario che le associazioni dei consumatori, che possono organizzare la presentazione dell’azione, anche se non ne sono esclusive titolari, utilizzino questo strumento con intelligenza e senza abusarne. Il peggior fallimento sarebbe assistere al tribunale intasato dalle richieste dei cittadini che potrebbero avere risposte solo dopo anni”.
Che differenza c’e’ tra il nostro modello e quello americano dove c’e’ una lunga tradizione di tutela dei consumatori? ”La differenza fondamentale sta nella quantificazione del danno: negli Stati Uniti alla class action si accompagna il danno punitivo. L’azienda ritenuta responsabile puo’ essere chiamata a sborsare cifre enormi, che prescindono completamente dalla quantificazione del danno realmente subito da chi ha proposto l’azione. Nel nostro ordinamento invece la class action ruota intorno al concetto tradizionale di danno, compreso il concetto di danno esistenziale, anche se il giudice, potendo decidere in via equitativa, ha qualche margine di discrezionalita”’.
L’attuale normativa esclude il risarcimento del danno nella pubblica amministrazione. Ritiene che debba restare cosi’ oppure che andrebbe esteso anche a questo settore? ”Credo che l’obiettivo primario dell’introduzione della class action nella pubblica amministrazione sia quello di avere un sistema efficiente. C’e’ già stato un caso di applicazione da parte del Tar nonostante la mancanza dei regolamenti attuativi. Piu’ che il risarcimento economico del danno, che forse in questo momento le casse dello Stato non potrebbero sopportare, si potrebbe pensare a un meccanismo di ‘punizione’ per i responsabili che non hanno fatto funzionare cio’ che invece doveva funzionare”.