Cellulari, tagliate le tariffe fisso-mobile tra gli operatori
Scenderanno le tariffe di terminazione mobile, e di molto. Così ha deciso ieri l’Autorità garante delle Comunicazioni (Agcom) mettendo mano a un business che vale 2,5 miliardi. La terminazione mobile è quanto paga un operatore ogni volta che un suo utente telefona a un numero di cellulare. È un pedaggio versato all’operatore mobile e in parte ribaltato sul costo della chiamata. La Commissione europea premeva, da mesi, perché i prezzi di terminazione scendessero in Italia: da noi sono tra i più alti in Europa. Secondo la Commissione, la riduzione può generare, a cascata, un vantaggio per gli utenti e per la concorrenza (stima un risparmio in bolletta di 2 miliardi di euro in Europa, per i tagli già decisi tra il 2009 e il 2012).
Agcom ha deciso di venire incontro, in gran parte, alle richieste della Commissione: la terminazione incassata da Telecom Italia, Vodafone e Wind scenderà così a 2,50 cent al minuto dal primo luglio 2012 (dagli attuali 5,30); a 1,50 dal primo gennaio 2013 e a 98 cent dal primo luglio 2013. H3G (3 Italia) scenderà rispettivamente a 3,50, 1,70 e 98 cent. Agcom in precedenza era orientata ad arrivare al traguardo dei 98 cent nel 2015, ma la Commissione ha chiesto di anticipare. L’Antitrust italiano si era associato a questa richiesta.
“Vanno bene le riduzioni, ma arrivano tardi: per i primi sei mesi del 2012 continueremo ad avere i prezzi di terminazione più cari in Europa”, commenta Marco Pierani, responsabile rapporti istituzionali di Altroconsumo. Anche il commissario Nicola D’Angelo, uno dei componenti dell’Agcom, avrebbe preferito anticipare il taglio a gennaio ed è questo il motivo della sua astensione, alle decisione di ieri, che è passata con sei voti favorevoli su nove (astenuti anche, per altri motivi, i consiglieri Enzo Savarese e Roberto Napoli).
Secondo uno studio di Consumatori Associati, dai tagli verranno risparmi di circa un miliardo di euro l’anno, in bolletta. Ma le polemiche continuano: a differenza degli altri, Codacons e Adiconsum non sono sicuri che i tagli sulla terminazione si tradurranno in sconti per il consumatore. È la tesi anche di Wind e Vodafone, che al contrario ora disegnano scenari pessimi per l’innovazione, il mercato e i consumatori finali. Avvisano che il taglio della terminazione potrà costringerli a ridurre gli investimenti sulla nascente rete mobile di quarta generazione (evoluzione dell’Umts). Per la quale i quattro operatori contavano di investire 1,6 miliardi di euro, prevedendo un lancio dei primi servizi tra fine 2012 e inizi 2013. H3G al contrario ritiene che il calo della terminazione porterà benefici ai clienti. Idem Telecom Italia, che si è detta d’accordo con quanto richiesto dalla Commissione europea e annuncia che non ridurrà di conseguenza gli investimenti. Vodafone ribatte facendo notare che dal 2005 al 2010 i prezzi di terminazione si sono dimezzati, mentre i corrispondenti prezzi al pubblico sono scesi solo dell’8 per cento. Se questa tesi è vera, vuol dire che gli operatori fissi hanno intascato la differenza, risultando così i soli veri beneficiari dei tagli. “E’ un problema noto, tanto che ho chiesto e ottenuto che l’Agcom verifichi che le tariffe al pubblico scendano di conseguenza”, dice D’Angelo.