Cellulari, tariffe meno care da gennaio: gli sms non costeranno più di 13 cent
Una bella notizia per gli italiani che, si sa, sono grandi amanti
della telefonia mobile: da gennaio gli sms non potranno costare più di
11 cent + Iva, ossia 13,2 cent. Non solo, i clienti che lo chiederanno
potranno avere la tariffazione al secondo. La rivoluzione sui costi
delle chiamate ai cellulari voluta dalla Commissione europea e
annunciata dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, dal
prossimo anno comincerà a dare i primi frutti.
si potranno quindi avere tariffe superiori a quelle previste nel
Regolamento comunitario. Ciascun operatore, però, potrà proporre in
maniera differente la propria offerta: alcuni adeguando i piani
tariffari, altri offrendo la migrazione gratuita a nuovi piani.
Dopo
un lungo e intenso confronto, dapprima con Asstel e successivamente con
i principali operatori di telefonia mobile, sono giunte oggi – annuncia
una nota dell’Agcom – le risposte che l’Autorità per le garanzie nelle
comunicazioni attendeva e che aveva nei giorni scorsi più volte
sollecitato. Si tratta di singole risposte trasmesse da Tim, Vodafone,
H3G e Wind, che si differenziano per caratteristiche e modalità di
applicazione in coerenza con il carattere concorrenziale del mercato.
In pratica tutte però garantiscono che i clienti dei principali
operatori mobili potranno accedere senza costi aggiuntivi a tariffe
allineate al tetto comunitario sugli Sms e a piani tariffari al
secondo, che dovranno essere stabilmente offerti.
Il cittadino
italiano non sarà più posto in una paradossale situazione di svantaggio
rispetto a chi spedisce gli sms dall’estero. Ciascun operatore
implementerà in maniera differente la nuova offerta: alcuni adeguando i
piani tariffari, altri offrendo la migrazione gratuita a nuovi piani
tariffari coerenti con il regolamento comunitario. Spetterà ai singoli
operatori comunicare alla clientela le offerte. L’Autorità, da parte
sua – si legge ancora nella nota – vigilerà sul rispetto dei principi
generali di trasparenza e di tutela dell’utenza nonché sull’osservanza
degli “impegni” assunti.
I passi futuri dell’Agcom
Soddisfatta
per questi risultati, il Consiglio dell’Agcom ha anche deliberato di
sottoporre a consultazione pubblica una serie di soluzioni tecniche per
migliorare la trasparenza delle condizioni di offerta nel mercato dei
servizi dati in mobilità (chiavette, telefonini avanzati), al fine di
contrastare il fenomeno degli addebiti poco chiari particolarmente
onerosi in bolletta a causa di consumi inconsapevoli (bill shock). La
proposta prevede la predisposizione di sistemi di allerta più efficaci
di quelli attualmente impiegati (Sms, messaggi di posta elettronica,
finestre pop-up sul personal computer), che informino tempestivamente
il cliente prima che venga consumato l’80% del traffico residuo. E’
previsto in particolare un blocco del credito o dei volumi di consumo,
da indicare a cura del cliente, per tutelare quest’ultimo da modalità
tecniche di configurazione dei terminali o di utilizzo delle reti che
si sono rivelate particolarmente esposte a un’escalation dei consumi.
Il presidente Corrado Calabrò: “Giornata positiva per i consumatori”
Positivo
il commento del presidente dell’Autorità Corrado Calabrò: “Oggi è una
giornata positiva per i consumatori italiani. Quello raggiunto con la
collaborazione degli operatori è un risultato che viene conseguito
senza le consuete liti giudiziarie, come purtroppo avvenuto in passato.
Il fatto, inoltre, che le proposte depositate presso l’Autorità si
differenzino l’una dall’altra per caratteristiche e modalità
d’applicazione dimostra che l’adeguamento ai principi del Regolamento
UE sul è diventato un fattore di competizione e rafforza, quindi, il
quadro concorrenziale in un mercato che, grazie anche all’azione
condotta in questi anni dall’Agcom, ha portato a livelli di prezzo in
costante discesa, in controtendenza con l’andamento generale nel
comparto dei servizi. Vogliamo ora fare chiarezza sulle offerte dei
servizi dati in mobilità che sono un fattore decisivo per lo sviluppo
della larga banda nel nostro Paese”.